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rolling
Nuovo Arrivato
2 Messaggi |
Inserito il - 24 luglio 2009 : 13:26:22
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Salve, sono nuovo del forum. Ho letto con molto interesse le ricerche del Dr.Silvo Buzzi e il farmaco CRM197. Faccio, pero', riferimento ad un articolo del Correre della Sera del 29 aprile 2007 (Salute) dove, nella medesima pagina si racconta il caso italiano del Dr. Buzzi, c'e' un articolo ben piu' GRANDE con una intervista ad un certo "ricco californiano" di nome JIM TASSANO. Questo signore, pare, abbia scoperto la molecola (conosciuta da vent'anni) il "DICLOROACETATO" e abbia iniziato a produrla artigianalmente e a venderla online come prodotto veterinario (ovviamente negli Stati Uniti) espediente che evita la scure dell'ente federale sanitario che regola la messa in commercio dei medicinali per l'uomo, la FDA. Di questo ne ha parlato la rivista NATURE con due pagine dedicate a proposito. Pare che,attualmente (cioe' aprile 2007) 400 malati stiano sperimentando questo Dicloroacetato e riportano gli eventuali miglioramenti su un'altro sito internet creato da Tassano, dedicato alle informazioni "scientifiche" sul farmaco. C'e' qualcuno che ha avuto notizie circa questa molecola e dei suoi effetti ? Pare che, di quei 400 malati, ci sia una decina di italiani i quali hanno acquistato, via internet, il Dicloroacetato. Sarebbe interessante sapere, a distanza di oltre due anni, notizie al riguardo. GRAZIE e cordiali saluti
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 24 luglio 2009 : 14:07:54
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Citazione: Pare che,attualmente (cioe' aprile 2007) 400 malati stiano sperimentando questo Dicloroacetato e riportano gli eventuali miglioramenti su un'altro sito internet creato da Tassano, dedicato alle informazioni "scientifiche" sul farmaco.
Dati pubblicati online, e mai presentati formalmente non sono molto rigorosi. Questo non vuol dire che siano falsi, solo che prima di utilizzare un qualsiasi farmaco in clinica BISOGNA fare dei test clinici. Non importa se costa poco, non importa se è la cura del secolo etc. etc. Anche l'interferone era la cura del secolo, fino a che non hanno visto che, beh, non lo era! Sicuramente il DCA ha potenti effetti in vitro, ma dei trial clinici su umani (fatti in maniera seria) mancano.
Citazione: venderla online come prodotto veterinario (ovviamente negli Stati Uniti) espediente che evita la scure dell'ente federale sanitario che regola la messa in commercio dei medicinali per l'uomo, la FDA.
Questo mi fa solo sorgere sull'eticità delle persone che lo prescrivono. Cosa succederebbe se si scoprissero effetti avversi di questa molecola? I medici che l'hanno prescritta probabilmente se ne laveranno le mani e a rimetterci saranno i pazienti (sempre che la "cura" abbia fatto effetto in primo luogo).
Il problema è sempre quello: non si tratta di cospirazioni etc., si tratta di SICUREZZA per il paziente e, come spesso accade, di un'eccessiva pubblicità positiva di alcuni media.
Cito da: Dichloroacetate (DCA) as a potential metabolic-targeting therapy for cancer - Michelakis et al. - British Journal of Cancer, 2008
Citazione: Dichloroacetate could be tested in a variety of cancer types. The realisation that (i) a diverse group of signalling pathways and oncogenes result in resistance to apoptosis and a glycolytic phenotype, (ii) the majority of carcinomas have hyperpolarised/remodeled mitochondria, and (iii) most solid tumours have increased glucose uptake on PET imaging, suggest that DCA might be effective in a large number of diverse tumours. However, direct preclinical evidence of anticancer effects of DCA has been published only with non-small cell lung cancer, glioblastoma and breast, endometrial and prostate cancer. In addition, the lack of mitochondrial hyperpolarisation in certain types of cancer, including oat cell lung cancer, lymphomas, neuroblastomas and sarcomas (Chen, 1988), suggest that DCA might not be effective in such cases. Cancers with limited or no meaningful therapeutic options like recurrent glioblastoma or advanced lung cancer should be on top of the list of cancers to be studied.
No patient with cancer has received DCA within a clinical trial. It is unknown whether previously studied dose ranges will achieve cytotoxic intra-tumoral concentrations of DCA. In addition, the overall nutritional and metabolic profile of patients with advanced cancer differs from those in the published DCA studies. Furthermore, pre-exposure to neurotoxic chemotherapy may predispose to DCA neurotoxicity. Carefully performed phase I dose escalation and phase II trials with serial tissue biopsies are required to define the maximally tolerated, and biologically active dose. Clinical trials with DCA will need to carefully monitor neurotoxicity and establish clear dose-reduction strategies to manage toxicities. Furthermore, the pharmacokinetics in the cancer population will need to be defined.
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Giuliano652
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