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0barra1
Utente Senior
Città: Paris, VIIème arrondissement
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Inserito il - 24 settembre 2009 : 12:57:58
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Un medico ricercatore statunitense denuncia un episodio di corruzione all'interno del sistema di valutazione del ministero dell'Università e della Ricerca "Ingaggiato dal Miur per essere imparziale e poi bersagliato da raccomandazioni..." Contattato per la valutazione di alcuni progetti con la promessa del massimo riserbo ha invece ricevuto richieste di voti alti dagli interessati. E ha declinato l'incarico, "con disgusto"
di ROSARIA AMATO
Il professor Claudio Fiocchi ROMA - Claudio Fiocchi è un medico ricercatore nato a Roma, laureato in Brasile e residente da molti anni negli Stati Uniti. Per conto del ministero italiano dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca avrebbe dovuto dare il suo giudizio su un paio di progetti scientifici. E sulla base di questo giudizio il Miur avrebbe poi deciso se finanziarli o no. Ma il professor Fiocchi questo giudizio non se l'è sentita di darlo: pochi giorni dopo aver accettato l'incarico, gli sono piovute addosso insistenti richieste "di una decisione favorevole" e "del più alto voto possibile". Tentativi di raccomandazione, insomma. Malgrado la garanzia avuta dal ministero sul mantenimento del suo anonimato.
Una storia "forse fin troppo comune da voi", commenta con amarezza Fiocchi. Ma per lui, che partecipa da tempo alla valutazione dei progetti dei National Institutes of Health Usa, sulla base dei quali vengono assegnati i fondi federali, queste pressioni non sono affatto normali, tanto che alla fine ha deciso di declinare l'incarico, "con disgusto", "ma anche con molta tristezza". E di raccontarlo a Repubblica: "Forse quando verrò in Italia molti colleghi non mi saluteranno. Ma molti mi diranno che ho fatto bene".
Fiocchi lavora come ricercatore nel campo delle malattie digestive al Cleveland Clinic Foundation Lerner Research Institute. "Per via della mia attività di base - spiega - da molto tempo sono coinvolto nel sistema "peer-review" dei National Institutes of Health, che assegnano i fondi del governo federale basandosi esclusivamente sul valore intrinseco delle proposte scientifiche, che sono esaminate da comitati composti da vari ricercatori, i "pari" della persona che richiede fondi per la ricerca. Inoltre, partecipo anche a "review systems" in vari altri Paesi, tra questi l'Italia".
Nel luglio di quest'anno infatti il professor Fiocchi ha ricevuto dal Miur la richiesta di verificare la validità di alcuni progetti scientifici. "Le faccio notare che l'ultimo paragrafo di quest'invito - rileva il ricercatore - dichiara che il processo deve essere condotto in 'stretta confidenza' e che la persona che accetta di fare la valutazione deve aderire a 'principi di etica e confidenzialità'".
Giusto. Peccato che appena "una settimana dopo aver accettato di valutare uno dei progetti", racconta il professore, "ho ricevuto un paio di email da parte degli stessi ricercatori del progetto che avrei dovuto valutare, nelle quali dichiaravano che erano consapevoli del compito assegnatomi, e mi chiedevano non solo una decisione favorevole, ma anche il voto più alto possibile per garantire che ricevessero i fondi".
Ma i ricercatori italiani vanno anche oltre, e cercano gli amici degli amici: "Passati pochi giorni un mio ex-fellow (allievo, ndr) italiano, che ha studiato nel mio laboratorio negli Stati Uniti, è stato contattato al telefono e sollecitato perché intercedesse presso di me".
A questo punto Fiocchi non ne può più: "Faccio questo lavoro da molti anni, e non mi era mai successo. Oltre che negli Stati Uniti ho lavorato per il Cile, l'Argentina, l'Australia". Così decide di scrivere al Miur per declinare l'incarico, spiegandone dettagliatamente le ragioni: "Avevo accettato di essere un valutatore di questo progetto - si legge nella lettera inviata il 5 agosto all'ufficio Prin del Miur - ma circostanze recentemente emerse mi forzano a lasciare l'incarico".
Il professore enumera i "contatti indesiderati", quindi conclude: "Considerando i conflitti di interesse ed i problemi etici creati da queste circostanze, non mi resta che rifiutare di valutare il progetto. Infine, devo confessare che è con disgusto ma anche molta tristezza che prendo questa decisione".
Una lettera amarissima. Che a tutt'oggi, oltre un mese dopo, non ha ricevuto alcuna risposta: "Un messaggio di questo genere avrebbe scatenato una tempesta immediata di telefonate e inchieste al NIH e tutti quelli coinvolti sarebbero stati chiamati a deporre. Nulla di questo succederà in Italia, sono sicuro, e io probabilmente sarò silenziosamente sostituito da un valutatore più malleabile e amichevole".
Forse è già successo. E il professor Fiocchi si chiede con molta onestà cosa farebbe al posto dei suoi colleghi italiani: "Sono perfettamente cosciente che se lavorassi in Italia non so come mi comporterei". Però, certo, "che farsa richiedere ai valutatori di aderire strettamente ai principi di etica che sono poi ignorati da quelli che hanno creato e gestiscono il sistema". E com'è triste che "la corruzione e mentalità mafiose dominino anche le menti 'nobili' dei ricercatori, che dovrebbero invece essere usate per fare la miglior ricerca possibile e vincere per merito proprio, ammesso che la meritocrazia esistesse in Italia".
Nella vicenda c'è perfino un aspetto "comico". L'incarico di valutare i progetti, spiega Fiocchi, viene dato dal Miur prevalentemente a "ricercatori fuori dall'Italia per migliorare la qualità e, purtroppo, l'onestà del 'review system' italiano". Come dire: non ci si può fidare dei valutatori italiani, quindi assumiamo quelli stranieri, che sono più seri. Salvo poi fare in modo che vengano subissati da raccomandazioni, proprio come quelli italiani.
(24 settembre 2009)
da Repubblica.it
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Neuroscience
Utente
659 Messaggi |
Inserito il - 24 settembre 2009 : 14:27:20
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Questa persona è stata onesta ed ha anche strumentalizzato l'accaduto per pubblicizzarsi e lavarsene le mani...
Tuttavia so di situazioni molto più gravi (eticamente e politicamente) passate inosservate agli occhi dei giornali. Cose che vanno dal dichiarare il falso in riviste altamente qualificate all'affido di referee o editors compiacenti per progetti, grants, riviste scientifiche. In passato ci sono stati gruppi di ricercatori a livello internazionale che hanno tentato di far emergere la cosa, ma non hanno saputo dare l'importanza mediatica necessaria. Parlare di tre rispettabili professori universitari ed anche editors di tre riviste con IF>10 che si scambiano favori pubblicando e facendo pubblicare a persone loro amiche in maniera crociata i propri articoli in modo tale da non pubblicare sulla propria rivista sarebbe scandaloso di per sé... ma è stata anche sovvertita la scelta dei referee esterni, del giudizio dei grants, insomma una sorta di lobbie (come la P2) per favorire anche riconoscimenti professionali, incarichi tra i propri membri e sfavorire altri. E pensare che nessuno di questa lobbie è italiano e non è certamente fatto in Italia.
Figuriamoci a parlare di 'pressioni tipicamente italiane'... in alcune posizioni c'è un'organizzazione così forte che appare quasi trasparente, e poi ai giornali cosa importa? la maggioranza dei lettori non saprebbero neanche capire bene di cosa si tratti o come funzioni il meccanismo. Meglio parlare male dell'Italia e degli italiani.
Io ho fatto da referee per diverse volte e per diversi giornali ad uno stimato professore Australiano che di rivista in rivista ha cambiato sesso agli animali, 'aggiustato' valori, integrato e modificato alcuni grafici fino ad inventarsi completamente alcune cose. E' stato bocciato talmente tante di quelle volte che alla fine ha fondato una rivista tutta sua con il patrocinio di una grossa associazione mondiale per una specifica patologia.... indovinate un po'? Lì ha pubblicato il proprio articolo, e per non dare nell'occhio ha tolto il proprio nome dalla lista degli autori. E' stato così frettoloso che ha persino dimenticato di correggere alcuni typo che erano presenti nell'ultimo proof che lessi. L'Italia non è certo la peggio di tutti.
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bluerose
Nuovo Arrivato
13 Messaggi |
Inserito il - 24 settembre 2009 : 22:32:10
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non ho parole..mi sento male quando vengo a sapere di certe cose..ormai uno non sa come ,a chi rivolgersi e di chi fidarsi.. |
"There are people who speak to us and we do not listen to them; there are people who hurt us and they don't leave a scar, but there are people who simply appear in our life and they mark us for ever" (Cecilia Meireles) |
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 25 settembre 2009 : 08:27:12
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E' chiaro che le schifezze del genere esistono in tutti i Paesi, si chiama politica. Però scusami Neuroscience, ma sicuramente in Italia la situazione è MOLTO ma MOLTO più pesante che all'estero in termini di ricorrenza di questi eventi. E' chiaro che se queste cose non arrivano all'orecchio del giusto giornalista nessuno ne sa niente, ma quando succede e la stampa ne parla, all'estero questa gente viene licenziata, in Italia ce ne freghiamo e continuiamo ad assumere il cugino dell'amico con la laurea in economia invece del professore di biologia di Harvard...
Per quanto riguarda le riviste, è più che noto a qualsiasi ricercatore che alcune riviste famose e di alto IF (tipo una famosa rivista di una società scientifica americana, spesso abbreviata con 4 lettere, che inizia con P e finisce con S...) sono al 70% composte da articoli senza troppo valore scientifico ma che -per carità- usano tecniche "cooool". Molti dei quali, ovviamente, sono sponsorizzati dai membri della società. E' anche stranoto che le riviste più generaliste sono sempre un po' più "fumose": cioè se io devo pianificare un esperimento non vado certo a cercare articoli su Nature o Science, vado a guardare articoli su un giornale di settore, che ad es. nel mio caso potrebbe essere Endocrinology. In linea di massima me ne frego altamente dell'IF della rivista, guardo la qualità scientifica dell'articolo.
Certo, accanto a quelle sopracitate hai anche riviste ad alto IF che sono molto più serie. Diciamo che se hai un minimo di conoscenze scientifiche te ne accorgi subito. Cioè, prendi un qualsiasi articolo su Neuron o su PLoS Biology e vedi immediatamente che c'è dietro un lavoro scientificamente solido nel 95% dei casi. E questo vale anche per riviste più specialistiche.
Insomma, non facciamo di tutta l'erba un fascio, ma non diciamo nemmeno mal comune mezzo gaudio... perchè il nostro male è molto più grande di quello degli altri. |
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Neuroscience
Utente
659 Messaggi |
Inserito il - 25 settembre 2009 : 19:20:28
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La rivista a cui facevi riferimento è ben nota per avere degli 'sponsor'. E' descritto dal regolamento, è alla luce del sole e chiunque sa che appartenenti a quella determinata società hanno diritto ad una pubblicazione l'anno in maniera diretta e senza alcun referee. Una mia collega stimatissima ed italiana ne ha approfittato per pubblicare quello che aveva ed è alla luce del sole senza problemi, non è un crimine, è solo una regola ed è a scapito della rivista se questa non permette un buon IF.
La situazione cambia drasticamente se ufficialmente il referee è scelto a caso, giudicato in maniera imparziale e poi le cose vanno diversamente per amici o nemici. E' di questo che parliamo. E dico che l'Italia è piena di difetti di ogni tipo e raccomandazioni, ma rappresenta 50-60 milioni di persone su 6 miliardi. Possibile che il peggio sta proprio in quei 50-60 milioni? Se andiamo a vedere bene, all'estero ci sono dei fatti gravissimi che sono ahimé noti ma non si può fare niente, come la storia di Al Capone, la mafia ed altro...
Dico che in Italia si fa buona ricerca e pessima ricerca, raccomandazioni e non raccomandazioni, però i 'brogli' sono di minima entità, a basso livello ed in maniera quasi uniforme... come la delinquenza giovanile è presente in ogni Stato... quasi sempre i 'fatti italiani' sono limitati nella sola penisola
All'estero, e parlo di specifici posti, importantissimi, ad altissima valenza scientifica e la cui affidabilità è pubblicizzata addirittura sul sito web (qui è difficile capire di quale rivista si tratti, ma chi la conosce bene come me e la legge quotidianamente sa a cosa mi riferisco) in cui ci sono prove documentate di brogli, favoritismi, scambi di favore e ben altro... ho usato 4 fortissimi eufemismi. Si tratta di altissimo livello e di referee internazionali, che gestiscono fondi, credibilità e quant'altro. Dirottare qualcosa che ti fa piacere o che non ti fa piacere verso un referee amico significa tante cose. Il referee non ha bisogno neanche di pressioni l'articolo passa o no secondo dei criteri diversi dal solito canone.
Storie fatte praticamente quasi alla luce del sole e che ufficialmente non si potrebbero fare. Nella mia piccola esperienza uno dei più eminenti ricercatori esteri, nel mio campo, e Senior Editor di una rivista internazionale fondata da lui stesso, rivista ufficiale di una grande e ricchissima associazione, quindi non stiamo parlando di Pinco Pallino, ha mandato più volte un articolo in referee ed ha completamente revertito i dati pubblicati da un giornale all'altro. Parlare di pressioni ed addirittura pubblicizzarlo sul giornale non è un crimine così forte come far pubblicare coscientemente un articolo che non è veramente ad un buon livello scegliendo dei referee tra gli editors (amici) con evidente conflitto di interessi, pubblicare articoli davvero pessimi nella propria rivista, utilizzare il buon nome della rivista per scopi politici ed altro. Scegliere i bonus per le borse di studio in maniera scellerata e favorire determinate amicizie politiche tra ricercatori per fare lobby... bhé io vedo tutto questo rispetto al 'fattariello' raccontato nel primo post come un confronto tra un'organizzazione mafiosa (quella estera) che non si riesce mai a beccare, confrontata con la delinquenza giovanile (italiana) di piccoli criminali che vanno e vengono dalla prigione in maniera quasi indistinguibile.
(vedetevi questo recentissimo video http://www.facebook.com/ext/share.php?sid=139571664267&h=lzFul&u=VbYdH&ref=mf che è capitato un paio di giorni fa in un altro edificio del policlinico dove lavoro.)
Non giustifico nessuno dei due, ma sparare sempre sugli italiani mi sembra ingiusto, bisognerebbe parlare anche di 'altre cose estere', che sono parzialmente visibili, si sanno ma non si scrive mai niente sui giornali... e quando succede (raramente) il mondo rimane a bocca aperta scioccato... e dicono "incredibile, addirittura è successa una cosa del genere a quei livelli?"... mentre la maggioranza di quelli che se ne intendono pensano "prima o poi doveva succedere, ogni tanto si esagera troppo". Se succede ad un italiano invece, pressioni per un giudizio positivo pensano "sono sempre gli stessi italiani imbroglioni"
Credo di far parte di una buona ricerca italiana, seppur piccola, non ci sparate sempre addosso, e soprattutto non dite che l'Italia è il posto dove succedono le peggiori cose, vi assicuro che non è così.
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chick80
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Inserito il - 26 settembre 2009 : 01:57:41
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Citazione: La rivista a cui facevi riferimento è ben nota per avere degli 'sponsor'. E' descritto dal regolamento, è alla luce del sole e chiunque sa che appartenenti a quella determinata società hanno diritto ad una pubblicazione l'anno in maniera diretta e senza alcun referee. Una mia collega stimatissima ed italiana ne ha approfittato per pubblicare quello che aveva ed è alla luce del sole senza problemi, non è un crimine, è solo una regola ed è a scapito della rivista se questa non permette un buon IF.
Non dico che tutti i lavori su quella rivista siano orribili. Dico solo che ce ne sono molti, troppi sinceramente per una rivista con IF>10...
Non sto dicendo che all'estero sia tutto fantastico, la politica è la stessa dovunque, soprattutto quando arrivi ad alti livelli, è sempre stato così e sempre così sarà. Ma ti assicuro che quando all'estero racconti certi episodi accaduti in Italia semplicemente la gente non ci crede, e a volte ti vergogni davvero tanto. Poi, ovviamente, per avere brogli ad alti livelli bisogna avere delle istituzioni che lavorano ad alti livelli, e siccome da noi la ricerca è snobbata tanto non serve a nulla, queste cose non ci sono. |
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AleXo
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