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Discussione |
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ACDC
Nuovo Arrivato
Prov.: Bologna
Città: Imola
40 Messaggi |
Inserito il - 28 ottobre 2009 : 18:39:13
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Volevo sapere bene qual'è la differenza tra la staminalità e la tumorigenicità.....
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 28 ottobre 2009 : 18:48:21
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Una cellula staminale è una cellula progenitrice che può differenziarsi in più tipi cellulari. Una cellula tumorale è una cellula già differenziata che si duplica in modo anormale (es. senza avere inibizione da contatto). In alcuni casi si può avere un (parziale) dedifferenziamento nelle cellule tumorali. |
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Alix
Nuovo Arrivato
Prov.: BS
Città: Brescia
10 Messaggi |
Inserito il - 29 ottobre 2009 : 00:20:01
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Gran bella domanda...
Ci sarebbe da rispondere riempiendo intere pagine. |
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Dionysos
Moderatore
Città: Heidelberg
1913 Messaggi |
Inserito il - 29 ottobre 2009 : 00:40:29
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Citazione: Una cellula staminale è una cellula progenitrice che può differenziarsi in più tipi cellulari. Una cellula tumorale è una cellula già differenziata che si duplica in modo anormale (es. senza avere inibizione da contatto). In alcuni casi si può avere un (parziale) dedifferenziamento nelle cellule tumorali..
Se permetti chick non sono completamente d'accordo sul modo di porre la risposta a questa domanda.
Mi spiego Questo che hai scritto è molto importante e ben radicato, ma secondo me corrisponde - approssimativamente - ad un modello concettuale che è stato di riferimento fino a poco tempo fa, ma che attualmente si sta rivedendo e per certi versi rivoluzionando alla luce delle nuove scoperte nel campo della stem cell biology.
Non intendo dire che quanto detto sia sbagliato o da correggere, ma mi sento di aggiungere un paio di cose alla luce di quello che sto attualmente imparando nel mio laboratorio:
1) Gli 'hallmarks' dell'attuale concezione di staminalità prevedono una distinzione concettuale tra cellula staminale e cellula progenitore: solo in queste ultime l'attività (multi- o uni-) differenziante e quella proliferativa sono preponderanti. Al contrario la staminalità prevede il prolungamento a lungo termine di uno stato indifferenziato e quiescente, combinato alla peculiare (spesso unica) capacità di ripopolare un intero sistema "da zero" attraverso un incessante e inesorabile, seppur lentissimo, rifornimento di progenitori (differenzianti e proliferanti ad 'high rate')
2) E' assai opinabile l'affermazione secondo la quale il cancro sia guidato da qualcosa di "già differenziato". Anche se, come dicevi giustamente, si osserva molto spesso che le cellule tumorali si distinguono dall'intorno fisiologico per la loro assunzione di uno stato parzialmente indifferenziato (anaplasia), non è però affatto chiaro se questo sia generalmente la conseguenza di un processo di de-differenziamento, come si è sempre creduto (almeno fino a pochi anni fa ) oppure non sia effettivamente qualcosa che sta a monte. Viceversa, se un tumore è ben differenziato non significa che la cellula 'promuovente' il processo a monte fosse già differenziata.
Mi ricongiungo al discorso di partenza: è ancora tutto a livello teorico, gli studi che dimostrano ciò forniscono prove sperimentali parziali e quindi c'è molto da discutere e ben poco da sentenziare, però mi sento di dire che il confine fra staminalità e tumorigenicità sta diventando sempre più labile. Ciò a cui voglio arrivare, si è capito, è il nuovo modello della CSC, cellula staminale del cancro.
In questo però lascio la parola a chi ne sa più di me |
Volere libera : questa é la vera dottrina della volontà e della libertà (F.W. Nietzsche)
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 29 ottobre 2009 : 08:41:59
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Dionysos, fai benissimo a correggermi, non leggo papers sulle stem cells o sul tumore da un bel po' di tempo
Diciamo che la mia era più che altro una risposta "quick & easy" (o se vuoi "quick & dirty"!)
Ad ogni modo, visto che sembri ferrato in materia, non credi che la cosa possa andare nei 2 sensi? Alla fine si possono generare cellule tumorali a partire da cellule differenziate no? E comunque a quanto ne so (ma qui mi posso sbagliare alla grande) i tumori derivati da staminali hanno comunque un fenotipo abbastanza differenziato no? O conservano ancora la loro staminalità?
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Dionysos
Moderatore
Città: Heidelberg
1913 Messaggi |
Inserito il - 29 ottobre 2009 : 10:36:44
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Secondo quanto sto leggendo/imparando, direi di sì ma non mi è ancora del tutto chiaro.
Il modello comune che sta sotto a tutto ciò è chiamato 'modello gerarchico del cancro' (hierarchical model) e prevede una disposizione delle cellule componenti il cancro su diversi gradi di differenziamento.
Alla base di questo sistema starebbero le 'tumor initiating cells', ovvero cellule dotate di una staminalità così elevata da essere in grado di ripopolare da zero un intero tumore se iniettate a diluizioni estreme (fino a una singola cellula sortata, nei test più stringenti: i single-cell assay) in un topino NOD/SCID.
Una cosa che ancora non mi è chiara è come questo modello possa spiegare il movimento in senso inverso: ovvero, se io inietto una linea tumorale, ad es. Hela (non certo staminali, ma parzialmente differenziate) in un topino NOD-SCID, avrò bisogno di ben più di una cellula per avere un "seed tumor". Questo è il dato. Ma come spiegarlo? E ' forse dovuto al fatto che anche le Hela contengono cancer stem cells, ben diluite? oppure queste si formano automaticamente in vivo, per riorganizzazione in situ del sistema gerarchico? Oppure ancora, si tratta di un limite al modello gerarchico (ovvero, il tumore non ha bisogno di CSC per iniziare) ?
Non so se esistano risposte sperimentali a queste domande, ma se qualcuno le conosce sarebbe molto interessante!
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Dionysos
Moderatore
Città: Heidelberg
1913 Messaggi |
Inserito il - 29 ottobre 2009 : 10:42:07
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Oggi dal lab linko qualche articolo... |
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Dionysos
Moderatore
Città: Heidelberg
1913 Messaggi |
Inserito il - 29 ottobre 2009 : 12:42:42
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Eccomi
Tutto è iniziato da qui, 15 anni fa.
Solo ultimamente, però, il modello si è consolidato anche per i tumori solidi fino ad arrivare a qualcosa di clinicamente rilevante.
Qui a Milano, Angelo Vescovi è uno dei propugnatori della vicinissima associazione tra staminalità cancerogenesi per quanto riguarda i tumori al cervello e le staminali neuronali (link qui).
Al MIT, invece, c'è il gruppo di Robert Weinberg che sta sviluppando la bioterapia del cancro del futuro, mirata alle cancer stem cells.
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Simona84
Utente Junior
Città: milano
131 Messaggi |
Inserito il - 30 ottobre 2009 : 19:26:12
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bellissimo il secondo articolo che hai inkao Dyonisos, l'avevo già letto anch'io e sono rimasta davvero ammirata dalla mole di lavoro che hanno prodotto! |
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Simona84
Utente Junior
Città: milano
131 Messaggi |
Inserito il - 30 ottobre 2009 : 19:27:27
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ops linkato |
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la_fra
Utente
750 Messaggi |
Inserito il - 30 ottobre 2009 : 20:00:18
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Sicuramente il modello del NOD/SCID ha i suoi limiti, se si iniettassero putative CSC in un topo non immunodepresso non si avrebbero gli stessi risultati, e probabilmente le Hela come anche altre linee commerciali (come le HepG2 che usiamo noi) non darebbero tumori, o perlomeno non con gli stessi quantitativi di cellule che si possono usare nei NOD/SCID..il tuo dubbio comunque è più che legittimo, c'è infatti anche chi dice che il target della trasformazione in senso neoplastico non sono le cells staminali (tissutali o midollari) ma cellule differenziate che recuperano la capacità di autorinnovamento delle cellule staminali. Ovviamente questa ipotesi è un po' più tirata, già da varie parti si sta rimettendo in discussione l'idea stessa dell'esistenza delle CSC (vedi CD133 che non viene più considerato un marker così strettamente associato alla staminalità, idem per la Side Population..), in più l'ipotesi che le CSC derivino da un de-differenziamento presuppone molte mutazioni, un po' troppe forse, sicuro ne servono meno alla cellula staminale per acquisire un fenotipo maligno e mantenere intanto la capacità di auto-rinnovamento che a una cellula più differenziata per recuperare il self-renewal, una volta perso. Inoltre dato che mutazioni implica divisioni cellulari e le SC vivono più di una cellula committed, se viene innescato il processo neoplastico hanno a disposizione un numero di divisioni cellulari sufficiente ad accumulare le mutazioni necessarie per la progressione maligna. E' anche vero comunque che una SC tecnicamente resta quiescente per gran parte della sua vita quindi generalmente si ritiene che il target della trasformazione siano progenitori. Questo è evidente nell' oncoematologia, es. nelle APML (sottotipo M3 della AML) i blasti che esprimono la proteina di fusione PML/RARa sono progenitori CD34- CD38+. Per i tumori solidi è tutto molto più nebuloso, comunque se si vuole dar credito all'idea che un progenitore possa riacquistare la capacità di self-renewal di una SC, questo può avvenire in due modi, per DE-DIFFERENZIAZIONE o TRANS-DIFFERENZIAZIONE. C'è chi avanza l'idea che questi processi però siano in realtà dovuti alla FUSIONE fra 2 cells, una somatica con mutazioni e una staminale con attivo il programma di self-renewal e sopravvivenza. La fusione cellulare tra cell somatica a staminale spiegherebbe la presenza precoce di estensivi disordini cromosomici, come l'aneuploidia precoce che si osserva in glioblastoma e medulloblastoma. Inoltre non è un processo così estraneo alla normale fisiologia (la placenta, il muscolo, gli osteoclasti), ma la fusione di normali cellule somatiche è ristretta solo a pochi tipi cellulari e da origine a cellule multinucleari terminalmente differenziate, incapaci di proliferare. Le cellule trasformate violano queste regole: è riportato un caso di una paziente trapiantata di rene che ha sviluppato un carcinoma epiteliale da cellule del donatore maschio, cells XY e CK+ quindi probabilmente derivanti da SC del rene migrate all'epidermide, dove si sono fuse ai cheratinociti dando il carcinoma epiteliale. Altro lavoro noto è quello in cui infezione da H. felis ha indotto nel topo lesioni all’epitelio gastrico che hanno richiamato SC dal midollo nel tentativo di riparare la mucosa; tali cellule midollari, localizzabili a livello della mucosa perchè derivate da trapianto ed esprimenti la B-Gal, non regolate dal loro microambiente hanno dato origine a tumore gastrico. Per il resto potremmo parlarne per ore, le caratteristiche di staminalità si intersecano molto con quelle di cancerogenesi, dalla capacità di autorinnovamento a quella di differenziazione, dalla resistenza ad agenti genotossici alla capacità migratoria.. sostanzialmente sulla CSC però cito un collega, "..è come l'araba fenice, che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa"
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Doctors are men who prescribe medicines of which they know little, to cure diseases of which they know less, in human beings of whom they know nothing (Voltaire) |
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Gst
Utente Junior
Prov.: Roma
Città: Ariccia
143 Messaggi |
Inserito il - 30 ottobre 2009 : 20:58:22
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interessatissima a questa discussione!
Anche io ho letto la review di nature e anche io l'ho trovata wonderful!
D'altra parte volevo sapere se vi risulta una review simile a quella che parla dello stesso argomento ma per tumori solidi non cerebrali! O comunque una qualke review al riguardo recente e abbastanza completa!
Grazie in ogni caso!! |
Ascoltami con gli occhi... |
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Dionysos
Moderatore
Città: Heidelberg
1913 Messaggi |
Inserito il - 02 novembre 2009 : 00:12:07
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Confermo di aver letto cose molto simili per quanto rigurda il putativo coinvolgimento diretto dei progenitori, anziché delle stem cells vere e proprie. Soprattutto nei tentativi di trapianto di cellule staminali, si è osservato una marcata incidenza di trasformazione a livello non delle stem cells stesse, quanto piuttosto dei progenitori 'iperproliferanti' derivanti dall'amplificazione del pool (vediamo se trovo il paper da linkare...) . In effetti per le progenitor cells il passo dedifferenziativo è molto breve, mentre trovo la transdifferenziazione molto più controversa: magari utile per studi sperimentali - come nel caso della mesenchymal-epitelial transition- ma difficile da pensare (e da dimostrare ) in modelli spontanei, nei quali è stata dimostrata solo introducendo forzature.
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bobbino84
Nuovo Arrivato
3 Messaggi |
Inserito il - 18 novembre 2009 : 11:11:34
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Ragazzi mi permetto di dirvi che c'è un altro campo in grande evoluzione (vedi la quantità di nature negli ultimi 3-4 mesi) che potrebbe spiegare molte delle cose che al momento non si comprendono...vedi fusione cellulare..o de-differenziazione e così via...che è quello del cosiddetto reprogramming cioè della capacità almeno in vitro di "trasformare "cellule differenziate in precursori staminali...si parla di iPS cioè induced pluripotent stem cells...le iPS prodotte da fibroblasti estratti da topi adulti sono in grado di ricreare quando iniettate in blastocisti un intero organismo... Io lo trovo un campo davvero entusiasmante...il boss del reprogramming si chiama Shynia Yamanaka e nel 2006 ha pubblicato un paper ormai storico su Cellin cui ha dimostrato che l'espressione stabile di 4 fattori trascrizionali era in grado di trasformare una cellula somatica in una cellula staminale |
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 18 novembre 2009 : 14:39:03
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Premettendo che sicuramente quella linea di ricerca è superinteressante, non credo ci siano prove che questo possa avvenire fisiologicamente.Sicuramente è una ricerca di estrema importanza dal punto di vista terapeutico, ma non so quanto sia applicabile quando si parla di sviluppo dei tumori. Correggetemi se sbaglio. |
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Dionysos
Moderatore
Città: Heidelberg
1913 Messaggi |
Inserito il - 18 novembre 2009 : 23:01:20
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Io, personalmente, non conosco applicazioni delle iPS nell'oncologia.
Conosco semmai le complicazioni di carattere oncologico che le iPS comportano: principale ostacolo al loro utilizzo in medicina rigenerativa. |
Volere libera : questa é la vera dottrina della volontà e della libertà (F.W. Nietzsche)
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