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 Articolo 43 della legge comunitaria
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legolas
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0121_da_legolas
Prov.: Lecce
Città: Trepuzzi


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Inserito il - 30 marzo 2010 : 00:21:48  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di legolas Invia a legolas un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
COMUNICATO STAMPA

CACCIA, LIPU: ARTICOLO 43 DELLA LEGGE COMUNITARIA È UNA FURBATA.
LO HANNO CAPITO TUTTI TRANNE GLI ARMIERI
In Italia troppa caccia, condanna europea vicina

“Sono ben 11 gli articoli della direttiva Uccelli non recepiti o applicati male da parte dell’Italia, e per questo la condanna europea è ormai a un passo.”.

Lo fa sapere la LIPU-BirdLife Italia che ha intanto diffuso un dettagliato documento di analisi tecnica della situazione.

La procedura di infrazione europea 2006/2131 contesta al nostro Paese di aver tutelato poco gli uccelli selvatici e aver permesso troppa e cattiva caccia, anche sotto il profilo dell’uso eccesivo di deroghe. Dunque è necessario che l’Italia dia un giro di vite alle cattive abitudini venatorie e imprima una svolta alle proprie politiche naturalistiche.

L’attuale articolo 43 della legge Comunitaria, almeno nelle intenzioni dichiarate, avrebbe dovuto fare questo, rispondendo alle contestazioni europee. Lo affermava lo stesso senatore Santini, relatore della legge Comunitaria al Senato, scrivendo che l’articolo avrebbe dovuto soddisfare, citiamo testualmente, “il pacchetto di modifiche richiesto dalla Commissione europea, soddisfacendo pienamente tale richiesta”.
Peccato che quell’articolo, di richieste della Commissione europea, non ne soddisfi alcuna.

Niente infatti si dice sulla richiesta di intervento che lo Stato dovrebbe effettuare sulle deroghe regionali (controlli “inefficaci e intempestivi”, accusa l’Europa). Niente sull’abuso che l’Italia ha finora fatto delle deroghe (“recepimento e applicazione non conforme”). Niente si prevede sulla tutela ulteriore che le zone di protezione speciale e gli habitat naturali richiederebbero, e altro ancora.

Molto grave è inoltre l’assenza dall’articolo 43 di uno degli elementi chiave delle richieste comunitarie: il divieto esplicito di caccia nei periodi di riproduzione e migrazione degli uccelli, che il testo sostituisce con la previsione di un’insignificante “tutela”, peraltro rimandandola alla facoltà delle regioni. Insomma, una situazione disastrosa, lontana dalla benché minima risposta alle contestazioni comunitarie.

E come se non bastasse, la ciliegina sulla torta della soppressione dei limiti del calendario venatorio nazionale (1° settembre – 31 gennaio), per tentare di concretizzare il sogno di alcuni cacciatori italiani: la caccia ad agosto e febbraio, sconsigliata dall’ISPRA, avversata dall’intero Paese e persino da mezzo governo. Insomma,. Situazione, situazione addirittura aggravata rispetto al presente.

E’ dunque chiaro cosa sia l’articolo 43: una vera e propria furbata, di cui si sono ormai accorti tutti e che va radicalmente corretta ovvero soppressa. A nostro avviso lo sa bene anche il CNCN, il Comitato Nazionale Caccia e Natura, che è l’organizzazione dell’industria armiera italiana. Il quale tuttavia, nel commentare i documenti tecnici, fa finta di non capire, ovvero – e non ci sarebbe niente di male: a ciascuno la sua materia - non capisce davvero.”

Parma, 29 marzo 2010

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