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Caivs.Ivlivs
Utente Junior
Città: Brescia
302 Messaggi |
Inserito il - 17 agosto 2010 : 17:03:20
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Leggendo vari articoli in rete, mi è capitato questo tra le mani.
http://www.corriere.it/cronache/07_ottobre_17/watson_intelligenza_africani.shtml
Mi permetto di commentare. Io credo, innanzitutto, che il fatto che io e un mio simile presentiamo delle differenze genetiche sia comunque una base per ritenere che non tutti siamo geneticamente dotati delle stesse caratteristiche mentali e intellettive. Magari io sono "più portato" verso un intuito di natura scientifica, un altro può essere più creativo in senso artistico. La segregazione delle caratteristiche geniche su base mendeliana fa capire che le separazioni politiche avvenute nel corso dei secoli hanno fatto sì che una determinata popolazione (quella italica, per esempio) tendesse a mantenere e preservare, per vincoli imposti dalla politica (nel caso specifico dell'Italia anche dalla natura stessa: le Alpi e i Mari), un certo "tipo" genetico, scarsamente influenzato da altri tipi che sono andati conservandosi, a loro volta, tramite incroci "chiusi" in specifiche popolazioni. Un banalissimo (e poco efficace, nei nostri tempi) esempio può essere quello delle popolazioni nordiche ben distinte da quelle più mediterranee. Così come certi caratteri tendono a prevalere più in una popolazione rispetto ad un'altra, anche l'intelligenza può, a mio avviso (ovviamente con tutte le varianti e sfumature possibili dovute all'influenza dell'ambiente di crescita di una persona, del livello culturale, di quello socio-economico, ecc.) conservarsi e svilupparsi in maniera più ponderante in una popolazione piuttosto che in un'altra. Questo mio ragionamento non vuole assolutamente dare adito a discriminazioni su base razziale: lungi da me. Però credo sia doveroso riconoscere che vi sono popolazioni che si sviluppano in un senso e altre che si sviluppano in un altro. La variabilità genetica è evidente, perché negarla? Cosa ne pensate?
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 17 agosto 2010 : 17:58:55
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Premesso che nei suoi vari interventi in materia Watson non ha portato mai serie prove a riguardo di quello che dice (e il fatto che sia premio Nobel non lo rende onniscente, anche se, come altri suoi pari crede di esserlo). Innanzitutto bisognerebbe definire il termine “intelligenza”... e lì già abbiamo un grosso problema. E sicuramente l'IQ non è il modo più corretto di misurarla... Personalmente non credo si possa separare l'intelligenza dalla cultura: una persona nera che ha studiato è più intelligente di una bianca che non ha studiato (e viceversa)? E un bianco che ha studiato vs uno che non ha studiato? Le differenze all'interno della singola popolazione hanno una grandezza comparabile con quelle tra popolazioni diverse?
Il problema di questo tipo di argomenti è che si cade nella trappola dell'ecological fallacy (sorry, non so come si dica in italiano).
Negli anni '50 fu possibile dimostrare[1] che il tasso di analfabetismo negli US era inversamente proporzionale al numero di immigranti. Più immigranti c'erano più il tasso di analfabetismo era basso. Questo non era dovuto al fatto che gli immigranti fossero più acculturati (infatti un analisi di immigranti vs non immigranti diede il risultato contrario), ma che gli immigranti andavano principalmente nelle città più acculturate (dove c'era più lavoro). L'errore in quel caso sarebbe stato quello di estrapolare dati sul singolo individuo basandosi sull'analisi di tutta la popolazione.
Sinceramente non credo che la genetica basti per spiegare differenze sociali di questo tipo. Può avere un'influenza ma essa è a mio parere irrilevante quando messa a confronto con la plasticità del nostro cervello.
[1]: Robinson, W.S. (1950). "Ecological Correlations and the Behavior of Individuals". American Sociological Review (American Sociological Review, Vol. 15, No. 3) 15 (3): 351–357 |
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Donde
Utente Junior
272 Messaggi |
Inserito il - 17 agosto 2010 : 18:28:11
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spesso non si riescono ad identificare i geni coinvolti nell'espressione di caratteri semplici, quindi non credo che ci si possa permettere di fare speculazioni genetiche sull'intelligenza, una cosa così complessa. soprattutto se questo è fatto nell'ambito di ricerche che lasciano il tempo che trovano e che per di più sfociano inevitabilmente nel razzismo. quando ne sapremo di più forse potremmo riparlarne, ma non ne vedrei lo stesso la necessità. |
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Caivs.Ivlivs
Utente Junior
Città: Brescia
302 Messaggi |
Inserito il - 17 agosto 2010 : 18:32:56
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Hai perfettamente ragione sulla plasticità del cervello. E' anche vero che però essa è limitata, nel senso che possiamo astrarre un certo tipo di ragionamenti nella misura in cui essi ci siano consentiti. Per fare un esempio, io non arriverò mai a livelli einsteniani per formulare da me concetti simili a quello della relatività. Io, se non me l'avesse fatto capire Einstein, non ci sarei mai arrivato, con tutte le influenze culturali e sociali che vogliamo. Gli scienziati che nella Storia si sono distinti rispetto ai loro pari erano persone un po' più dotate: i matematici, i fisici, i chimici, i biologi che hanno fatto spiccare le loro idee esprimendole con delle scoperte scientifiche di una certa rilevanza erano chiaramente delle persone dotate di un ingegno un po' superiore alla media, pur vivendo una vita in condizioni socio-culturali pari a quelle di molti altri dei loro tempi. Qualcosa, però, li ha distinti. E' quindi probabile che esistano "genti" un po' più predisposte (se comunque dotate di tutti gli strumenti atti a farle divenire tali) a divenire superiori da un punto di vista intellettivo rispetto alla media? Questa convinzione dell'inferiorità intellettiva razziale dei neri è spesso associata al fatto che le loro caratteristiche anatomiche ricordano più da vicino quelle delle scimmie antropomorfe (so che è brutto da dire, ma molti ne sono convinti). Può, secondo voi, essere possibile che esistano popolazioni che si sono evolute in un senso diverso rispetto al nostro? Popolazioni selezionate dalla natura per vivere in un ambiente ancora molto simile, per certi versi, a quello in cui viveva l'uomo di Neanderthal? Il razzismo nei confronti delle popolazioni al di sotto del "margine" mediterraneo nasceva da alcune osservazioni di scienziati d'epoca illuministica. In particolare, E. Tyson vedeva i neri come l'anello mancante nella scala evolutiva tra la scimmia e l'uomo a causa delle loro caratteristiche anatomiche. Altri noti illuministi pensavano che i neri e i bianchi appartenessero a specie totalmente diverse, poiché non potevano - nella loro concezione - avere un progenitore comune. Queste visioni delle disuguaglianze tra i popoli portarono, poi, alle note tragedie di triste memoria che ricorda il secolo scorso.
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 17 agosto 2010 : 18:37:32
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secondo me non ne sappiamo abbastanza su come funziona il cervello per poter trarre delle conclusioni serie che non siano mere speculazioni. Non abbiamo idea di come il cervello codifica le idee o le memorie tanto per dirne una.
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Donde
Utente Junior
272 Messaggi |
Inserito il - 17 agosto 2010 : 18:48:45
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ribadisco che non ci può ancora permettere di parlare dell'intelligenza in senso così strettamente genetico. per quanto ne sappiamo, ci potrebbe essere una fortissima componente ambientale che influenza lo sviluppo del cervello. individui identici geneticamente potrebbero sviluppare un'intelligenza diversa, forse, se fatti crescere in contesti differenti. einstein avrebbe mai potuto formulare la teoria della relatività se fosse nato in congo? probabilmente no. e chissà quanti einstein vivono oggi in capanne di paglia, denutriti e assetati.
quindi gli individui occidentali "bianchi" potrebbero sembrare più arguti perchè vivono in un contesto diverso che permette loro di sviluppare meglio le idee, non perchè hanno geni migliori. io penso che la civiltà europea sia fiorita e abbia inizialmente preso il sopravvento su quella africana a causa di diversi fattori ambientali come il clima e la geografia del territorio. poi una volta affermata la superiorità europea, questa si è autoalimentata, e come oggi accade gli stati ricchi sono sempre più ricchi e quelli poveri faticano sempre di più per raggiungerli. bisogna essere molto prudenti, insomma, prima di parlare di superiorità genetica di alcuni esseri umani rispetto ad altri. gli uomini sono diversi dagli altri animali proprio per la complessità della mente. forse per il comportamento di una formica si può fare riferimento solamente alla genetica, ma per l'uomo forse non si può fare. c'è chi fa una chiara distinzione fra l'evoluzione dei geni e l'evoluzione delle idee, e potrebbe avere ragione.. |
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