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Viktor
Nuovo Arrivato
23 Messaggi |
Inserito il - 21 ottobre 2010 : 14:16:44
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Innanzi tutto un saluto a tutti. Sono un "ospite" del forum, nel senso che non sono un genetista, un biologo molecolare o altro. Tuttavia mi lega al vostro mondo il fatto che sono alle prese con un romanzo e uno dei protagonisti è un genetista. Domanda: quale sarebbe la giornata tipo di un genetista in un laboratorio di ricerca sugli OGM? Mi basterebbe che qualcuno di voi raccontasse la propria. grazie Viktor
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 21 ottobre 2010 : 17:54:41
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Ciao Viktor e benvenuto!
Forse dovresti specificare cosa intendi per "laboratorio di ricerca sugli OGM". OGM è un termine così vasto che può voler dire tutto o niente.
Ad ogni modo io non sono un genetista, ma non ti attendere delle cose come si vedono su CSI :) |
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Viktor
Nuovo Arrivato
23 Messaggi |
Inserito il - 22 ottobre 2010 : 13:25:20
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Tranquilla chick80 il mio personaggio non è il classico "scienziato pazzo" e varianti di tanta cinematografia americana :-) La situazione dovrebbe essere la seguente: un laboratorio nel quale si fanno ricerche riguardo a nuove varianti di piante OGM, mais riso frumento, in modo da renderle immuni ad alcuni parassiti o altro.
Un genetista o un biologo molecolare la mattina cosa fa generalmente al suo arrivo? qualcosa del tipo:
Arrivo in laboratorio verso le 8:15, accendo il transilluminatore, controllo le PCR, avvio l'ultima parte del processo di sequenziamento o stampo le sequenze, preparo il gel di agarosio...
Non sparatemi se ho scritto sciocchezze... il fine è di non scriverle neppure nel testo
grazie
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Giuliano652
Moderatore
Prov.: Brescia
6941 Messaggi |
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 22 ottobre 2010 : 14:41:51
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Citazione: e' ambientato in italia? Perché allora dovrebbe essere qualcosa tipo "arrivo in lab, poso le mie cose, vado al bar per far colazione..." :-)
Vedi, io qui i cornetti li porto direttamente in lab ;)
Citazione: Arrivo in laboratorio verso le 8:15, accendo il transilluminatore, controllo le PCR, avvio l'ultima parte del processo di sequenziamento o stampo le sequenze, preparo il gel di agarosio...
Sì, queste potrebbero essere cose realistiche. Conta che ci sono comunque tempi morti (se fai partire una PCR ci vuole almeno un'oretta, più il tempo di far correre il gel etc)
Immagino che in un lab dove si usano piante bisognerà anche prendersene cura, ma non ho mai lavorato con piante, quindi non ho bene idea di cosa si debba fare, a parte innaffiarle ;) |
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Giuliano652
Moderatore
Prov.: Brescia
6941 Messaggi |
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Viktor
Nuovo Arrivato
23 Messaggi |
Inserito il - 23 ottobre 2010 : 16:23:34
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Innanzi tutto grazie a tutti quanti. Banalmente una frase del tipo "far correre il gel" non mi sarebbe mai potuta venire in mente... Prometto anche che i cornetti glieli faccio portare in laboratorio, in modo che gli cada una briciola nel PCR che moltiplica cornetti come i pani e i pesci :-)
Interessante la questione della camera di luce e della camera oscura. COsa sono e come sono fatte? In posti del genere potrebbero succedere un sacco di cose... |
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Giuliano652
Moderatore
Prov.: Brescia
6941 Messaggi |
Inserito il - 23 ottobre 2010 : 16:52:00
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premetto che non ho una grande esperienza di vita di lab, dopo la tesi ho fatto poco e niente, non sono un ricercatore. Comunque, una camera oscura è né più né meno quella usata dai fotografi per sviluppare le foto, con i liquidi di sviluppo, e serve tipicamente per sviluppare le lastre fotografiche. Nella mia uni ce n'era una molto grande, era una vera e propria stanza, ma nel mio laboratorio ci eravamo attrezzati in uno "sgabuzzino per le scope". Non serve tanto spazio, per averne una. Alcuni test si basano su sostanze fluorescenti che corrono su gel, queste sostanze poi possono essere viste in vari modi, uno di questi è appunto far impressionare dalle loro radiazioni una lastra fotografica, e si fa in camera oscura.
La camera della luce era una stanza (non più di una decina di metri quadri, se non mi sbaglio), serve per far crescere le piante in ambiente controllato, con quel tot di ore di luce e di buio, all'intensità che vogliamo noi e all'atmosfera che decidiamo noi, per rendere gli esperimenti il più standar possibile. Ah, preciso che non ho la più pallida idea di come si chiami ufficialmente questa stanza, era il nome che le davamo noi (non botanici).
Per inciso, PCR è usato la maggior parte delle volte al femminile, sia per indicare la macchina che fa il lavoro sia per indicare la tecnica in generale. |
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Patrizio
Moderatore
Città: Barcellona
1914 Messaggi |
Inserito il - 23 ottobre 2010 : 17:10:35
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e se il soggetto fa l esperimento per la prima volta anche seguendo il protocollo alla lettera qualsiasi esso sia, al 99% non gli viene |
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GFPina
Moderatore
Città: Milano
8408 Messaggi |
Inserito il - 23 ottobre 2010 : 17:51:33
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Beh anche io non lavoro con piante, quindi non ti saprei dire nello specifico, ma più in generale ti posso dire qualcosa. Tieni conto che "la giornata tipo" dipende anche dal "grado" del ricercatore, studenti e dottorandi magari hanno più cose manuali da fare, post-doc o superiori hanno molte più menate burocratiche, così in linea generale! Io arrivo in laboratorio apro le porte del laboratorio e dell'uffico e accendo subito il computer per vedere le e-mail (qua poniamo la giornata tipo in cui tutto va dritto e non passo la mattina a sbrigare pratiche perché i fornitori hanno mandato la merce sbagliata, l'uffico ordini ha fatto casino... e varie menate che non ti elenco, ma che in genere mi fanno perdere la mattinata), i cornetti non li porto ma se non è una mattinataccia appena arriva la dottoranda un caffettino al bar ce lo prendiamo volentieri. Dopo aver sbgrigato le prime questioni "burocratiche" (spesso anche mentre aspetto che il PC si avvii), se ho in coltura dei batteri vado a vedere come stanno e se sono cresciuti (quindi presumo che chi ha le piante vada ad accertarsi delle loro condizioni). Poi inizio con gli esperimenti e potrebbe essere una cosa del tipo: estrazione di DNA, PCR sul DNA estratto a questo punto... beh a secondo dell'ora che si è fatta e dato che una volta che hai preprato le provette per la PCR le metti nello strumento che si chiama "termociclatore" e aspetti da mezzora a qualche ora, dipende dal tipo PCR, una bella pausa caffè o pausa pranzo ci sta bene! (Ricorda che è un lavoro in cui gli orari e le pause sono dettate dagli esperimenti e non dall'operatore, è normale mangiare ad orari assurdi!) Finita la PCR, nel frattempo ho preparato il gel, semino i campioni sul mio bel gel e lo faccio correre. Dopo una 20 di minuti (poniamo, anche qua dipende dal gel, dalle condizioni...), vado nella camera oscura (in realtà nel lab dove sono ora non ce l'ho, spengo solo le luci, ma la camera oscura è più bella ) e accendo il transilluminatore per visualizzare le bande sul mio gel, contenta del risultato accendo il mio sistema di fotodocumentazione, ci metto il gel e faccio la foto (operazione abbastanza banale in teoria, ma col "fantastico" sistema e soprattutto "velocissimo" PC che abbiamo a disposizione questa operazione mi richiede almeno mezzoretta). A questo punto analizzo i risultati e seleziono i campioni che hanno dato risultato positivo alla PCR e che voglio sequenziare. Grosso bivo, non sono in realtà moltissimi i laboratori che possiedono un sequenziatore (poi vedi tu se quello del tuo personaggio lo avrà), il mio non è tra questi e quindi mi appoggio ad un service esterno, preparo quindi le mie provette con il campione seguendo le regole del posto a cui invierò i campioni, le etichetto, faccio la mia bella lista, il pacco e spedisco il tutto. In un paio di giorni/una settimana ho il mio risultato.
Questa è una girnata tipo che può bene o male essere applicata alla stragrande dei laboratori che fanno biologia molecolare, poi andare più nello specifico diventa difficle. Ad es. da quello che dici tu probabilmente il tuo ricercatore farà piante transgeniche e quindi eseguirà dei clonaggi, ma la parte sui batteri (che comunque nei clonaggi si fa) te la saprei anche dire, ma poi quando si arriva alla pianta non sono molto ferrata e i miei appunti di Biotecnologie vegetali non so bene che fine abbiamo fatto.
In ogni caso, non so dirti niente di questa fantastica camera di luce di cui ha parlato Giuliano, però ho curiostato un po' in giro tra la strumentazione di laboratori di Biologia Vegetale e ho scoperto che esistono delle "camere di crescita" che sono in realtà degli "armadi" con luce, temperatura e umidità controllata.
Questi sono alcuni links, Laboratori di Biologia Vegetale: http://fim.enea.it/laboratori-e-impianti/laboratorio-di-biologia-vegetale http://www.frascati.enea.it/Impianti/Labbiologiavegetale/Laboratoriobiologiavegetale.html
Camere di crescita: http://nuke.commitsrl.com/Cameredicrescita/tabid/92/Default.aspx http://www.microcarnirare.com/website/index.php?option=com_content&view=article&id=7:le-condizioni-ambientali-della-camera-di-crescita http://www.seneco.it/camere%20fitologiche.asp http://www.geass.com/html/Camera_crescita.htm ce n'è anche una fai-da-te: http://utenti.multimania.it/bonsaisuper/cameradi.htm
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Giuliano652
Moderatore
Prov.: Brescia
6941 Messaggi |
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 23 ottobre 2010 : 19:44:19
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Beh, alla fine l'idea è quella degli stabulari dove si tengono gli animali in cui hai 12 ore di luce e 12 ore di buio (o altri paradigmi di luce/buio se fai esperimenti particolari) |
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Viktor
Nuovo Arrivato
23 Messaggi |
Inserito il - 26 ottobre 2010 : 17:09:46
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Bene, bene grazie a tutti e in particolar a GFPina. Ho materiale a sufficienza per iniziare e starò attento al sesso della PCR |
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 26 ottobre 2010 : 17:31:19
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Se vuoi fare la cosa realistica puoi inserire una scena tipica: va a fare il gel, prende i guanti, ma qualcuno prima di lui ha preso l'ultimo paio e ha lasciato la scatola vuota. Cerca una nuova scatola, va a prendere l'agarosio, ma qualcuno prima di lui l'ha finito ed ha lasciato lì la bottiglia vuota. E così via ad libitum |
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GFPina
Moderatore
Città: Milano
8408 Messaggi |
Inserito il - 26 ottobre 2010 : 17:38:09
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Citazione: Messaggio inserito da chick80
Se vuoi fare la cosa realistica puoi inserire una scena tipica: va a fare il gel, prende i guanti, ma qualcuno prima di lui ha preso l'ultimo paio e ha lasciato la scatola vuota. Cerca una nuova scatola, va a prendere l'agarosio, ma qualcuno prima di lui l'ha finito ed ha lasciato lì la bottiglia vuota. E così via ad libitum
Così il lettore si stufa e chiude il libro! Comunque a finire l'agarosio ce ne vuole, in genere dura tanto e i rappresentanti sono sempre lì a cercare di venderlo!
A proposito di guanti, per il gel di solito si utilizzano i guanti di nitrile che sono di un bell'azzurro, ok in realtà non ti cambia molto perchè è un libro e non un film, ma mi era venuto in mente.
Più seriamente mi chiedevo... Citazione: Beh, alla fine l'idea è quella degli stabulari dove si tengono gli animali in cui hai 12 ore di luce e 12 ore di buio (o altri paradigmi di luce/buio se fai esperimenti particolari)
per gli stabulari ci sono locali appositi e personale abilitato e in genere un veterinario, ma per le piante? Non saprei ma presumo che quelle si tengano in laboratorio con armadi o al massimo stanze apposite. |
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 26 ottobre 2010 : 18:27:07
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Ho visto solo una volta un lab di biologia vegetale ed avevano una stanza a parte nello stesso edificio con quelle camere a luce controllata più una serra sul tetto. |
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