allora ho capito come mai se c è un assunzione eccessiva di sale (clururo di sodio), si verifica un aumento della pressione arteriosa. il NA+ si va da accumulare nello spazio extracellulare, con un conseguente aumento di osmolarità in questo compartimento. ne consegue che H2O per osmosi si sposta dalle cellule al liquido extracellulare e qundi anche nel plamsa, con cosneguente aumento del volume del plasma e aumento della pressione. in caso invece di vomito, diarrea si verifica l opposto.
la mia domanda è: cosa succede esattamente se ingeriamo molta piu acqua di quanto ne abbiamo bisogno. mi spiego meglio: ingerendo acqua, l acqua viene assorbita dal tratto gastro intestinale. l acqua va di consguenza nello sapzio extracellulare. A QUESTO PUNTO CHE SUCCEDE? ci dovrebbe essere un passagio di acqua dal liquido extracellulare alle cellule sempre per osmosi. MA CHE CONSEGUENZE SI HANNO SULLA PRESSIONE ARTERIOSA IN SEGUITO AD UN AUMENTO DI ACQUA INGERITA'? è POSSIBILE CHE CI SIA UN AUMENTO DI PRESSIONE DEL SANGUE?
ciao a tutti in anticipo, spero di essere stato chiaro
Se assumi acqua aumenta il volume extracellulare e quindi la volemia e diminuisce l'osmolarità. Questo dovrebbe aumentare la pressione ma non avviene perché ci sono tutti i sistemi di compenso: prima di tutto la compliance venosa permette un accumulo periferico intravasale di liquido (fino al 30% del volume totale) che permette un controllo istantaneo). Si induce inoltre una riduzione della secrezione di ADH, e un aumento della Renina>Angiotensina che incrementa il riassorbimento di Na+ per tentare di risistemare l'osmolarità e aumenta la GFR eliminando quindi anche più acqua. La risposta quindi è: NO se tutto funziona bene. In soldoni più acqua ingerisci e più il Rene filtra (ha comunque i suoi limiti). Il problema è più in relazione alla iperidratazione ipoosmotica che a livello di pressione arteriosa. Se bevi troppa acqua muori (dosi > 1L/h per tempi prolungati) ma per iponatriemia non per ipertensione.
[...] Hunc igitur terrorem animi tenebrasque necessest non radii solis neque lucida tela diei discutiant, sed naturae species ratioque. [...]