Caffey
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Città: Perugia
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Inserito il - 30 gennaio 2013 : 23:01:16
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Ciao! Ci provo con molto piacere! Come sempre per parlare di aritmie mi avvalgo di una immagine dell'ottimo testo Medicina Interna sistematica, 5° Ed. di Claudio Rugarli
Rientro:
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Perché si instauri un rientro è necessario che ci sia una via di conduzione, come evidente nella figura 1, caratterizzata da una via comune che si sdoppia e si riunisce più a valle. E' una condizione che può accadere in corso di patologie cardiache congenite o acquisite o anche in condizioni fisiologiche (a patto che non sia un circuito troppo grande). Normalmente questa situazione non crea problemi in quanto l'impulso elettrico si sdoppia e si riunisce e la trasmissione resta normale.
Può accadere, tuttavia, per motivi vari e non prevedibili, che nella via A ci sia un rallentamento della conduzione, mentre nella via B ci sia un blocco completo perché l'impulso trova il tessuto in stato refrattario assoluto (figura 2). Questo fa sì che l'impulso che percorre la via A, non appena raggiunge la via comune, non solo può continuare lungo questa, ma può anche percorrere la via B in senso opposto, dal momento che è passato del tempo e il tessuto B è tornato ad essere eccitabile.
L'impulso che risale lungo la via B trova la via A ormai di nuovo eccitabile e riscende per questa, risalendo poi nuovamente lungo la via B. Questo meccanismo si autoperpetua ed è necessario un nuovo evento che alteri lo stato di refrattarietà dei tessuti per ripristinare una conduzione normale. Questo circuito di rientro può essere più o meno grande (si parla di microrientro o di macrorientro come nel caso della sindrome di Wolff-Parkinson-White). Naturalmente più è grande il circuito e maggiore è il numero di questi circuiti, tanto più grave sarà l'aritmia e le conseguenze sulla funzionalità cardiaca.
Spero di essere stato abbastanza chiaro. In caso chiedimi pure!
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[...] Hunc igitur terrorem animi tenebrasque necessest non radii solis neque lucida tela diei discutiant, sed naturae species ratioque. [...]
Titus Lucretius Carus |
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