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sonja
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Città: Pontedera


9 Messaggi

Inserito il - 01 marzo 2007 : 10:00:32  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di sonja Invia a sonja un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciao a tutti...sono una studentessa di Scienze ecologiche e della biodiversità all'università di Pisa! Ho letto l'articolo pubblicato nelle news di questo sito :" Evoluzione genetica condizionata dai fattori ambientali" mi ha molto incuriosito poichè questo studio riporta in auge la teoria lamarckiana secondo cui l'influenza dei fattori ambientali determinerebbe il ramificarsi dell'evoluzione del patrimonio genetico.
Qualcuno potrebbe indicarmi dove posso trovare i risultati e l'articolo dei due ricercatori italiani? Ci sono stati altri studi riguardo l'evoluzione genetica condizionata da fattori ambientali?

Grazie mille

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Giuliano652
Moderatore

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Prov.: Brescia


6941 Messaggi

Inserito il - 01 marzo 2007 : 10:23:05  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Giuliano652 Invia a Giuliano652 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Leggendo l'articolo mi vengono in mente due considerazioni

Primo: nell'articolo si dice che la mutazione non è attribuibile né alla deriva genetica né al caso, e che quindi ci deve essere un fattore ambientale scatenante. Non ho letto gli articoli originali ma c'è sempre l'ipotesi di una selezione: un qualche agente chimico, fisico o biologico seleziona la popolazione in modo che gli individui portino con percentuale diversa dal resto del mondo una data mutazione: la mutazione avviene casualmente e viene selezionata positivamente dall'agente.

Secondo: si parla di Radon. Personalmente non so nulla su questo gas, ma insomma, dire che causa una evoluzione lamarckiana mi sembra un tantino troppo: molti agenti chimici sono in grado di modificare il DNA, causando molto spesso tumori, ma non mi sembra che normalmente un tumore sia visto come un'evoluzione della specie.

Mettendo insieme queste due osservazioni (ribadisco che di Radon non so nulla) si può arrivare ad una concluzione diversa, cioè il Radon fa da agente selettivo per quella mutazione, aumentandone di fatto la frequenza, esattamente come farebbe la streptomicina in una coltura batterica in cui siano presenti batteri resistenti e non resistenti: i non resistenti vengono uccisi e i resistenti aumentano.

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sonja
Nuovo Arrivato


Città: Pontedera


9 Messaggi

Inserito il - 01 marzo 2007 : 11:11:02  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di sonja Invia a sonja un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
La mia curiosità aumenta sempre di più..è per questo che vorrei leggere l'articolo completo!

I due ricercatori si sono concentrati su alcune caratteristiche del sistema Hla, che è quella parte del Dna in contatto con l’ambiente esterno e che, come scrivono i due ricercatori siciliani, “è più esposta alle pressioni ambientali”. I due ricercatori si sono accorti che la distribuzione del Dr11 – ovvero una particolare modificazione del Dna – si presenta nella popolazione esaminata con una distribuzione regolare e ordinata. Tale modificazione è presente con una certa intensità nel Dna dei soggetti che provengono dall’area dello Stretto di Messina. Man mano che ci si allontana dallo Stretto, e in particolare da Messina e da Reggio Calabria, la presenza del Dr11, cioè della modificazione del Dna, si va riducendo.
Questo tipo di distribuzione del Dr11, secondo loro, eterogenea ma non irregolare e disordinata, non può essere attribuita a fluttuazioni casuali o a deriva genetica, e neanche alle invasioni che, nel passato, queste regioni hanno subito da parte di popoli stranieri. Sembra, piuttosto che l’ordinata e graduale riduzione di frequenza del Dr11 si possa far dipendere dalla distanza dallo Stretto. E’ come se un evento, con epicentro nell’area dello Stretto di Messina, si fosse propagato, a onde circolari, verso Nord e verso Sud, con una forza di induzione sul Dna della popolazione decrescente con l’aumentare della distanza dallo stesso Stretto. Ipotizzano che gli eventi che avrebbero indotto questa distribuzione del Dr11 possano essere stati i terremoti che, tra la fine dell’800 e i primi del ‘900, hanno colpito l’area dello Stretto di Messina. Per quanto riguarda il Radon i due ricercatori ipotizzano che il Dr11 mutato sarebbe aumentata per difendere l’organismo dagli effetti nocivi del Radon. Secondo loro si potrebbe immaginare che il sistema Hla di una popolazione non sia stabile nel tempo, ma sia indotto a diventare il più adatto per quella popolazione che vive in quel territorio e in quel periodo; si potrebbe inoltre pensare che nella composizione del sistema Hla di una popolazione abbiano un ruolo importante non solo la genetica, la selezione naturale, le mutazioni spontanee e i flussi migratori, ma anche l’induzione ambientale che porterebbe, in tempi brevi, all’espressione delle caratteristiche genetiche più vantaggiose per la popolazione.

Se i miei ricordi sulle teorie dell'evoluzione non mi abbandonano, per Lamarck, le conformazioni funzionali acquisite dagli individui a causa dell’azione esercitata dall’ambiente si trasmetterebbero ereditariamente. Detto in altre parole, era una visione teleologica dell’evoluzione, con una connotazione finalistica. Interpretazione che anche nelle più recenti teorie viene considerava errata. Il tutto ripeto mi ha incuriosita molto poichè secondo me l'evoluzione in senso ampio non può essere teorizzata con unica formula ma la storia della vita è influenzata e condizionata da molteplici fattori tra cui non dimentichiamo l'ambiente esterno. Lo stesso S.J.Gould (teoria degli equilibri punteggiati) nel "La Vita Meravigliosa" esprime le sue perplessità sul ruolo del caso puro.
La domande è: "il dna di una popolazione può modificarsi in ragione di certe particolari condizioni ambientali per assicurare protezione agli esseri viventi?"
Lo studio sembra dare una risposta...vorrei farmi un'idea più chiara sulla questione anche perchè questo argomento a livello del mio corso di studio correla varie materie che ho studiato e che sto studiando!







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Giuliano652
Moderatore

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Prov.: Brescia


6941 Messaggi

Inserito il - 01 marzo 2007 : 12:31:28  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Giuliano652 Invia a Giuliano652 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Dunque, ricordi dall'esame di genetica 2: i motori dell'evoluzione sono tre, più la variabilità, cioè senza variazione non c'è evoluzione. I tre motori sono il caso (o deriva geneitca), la migrazione (immigrazione tipicamente) e la selezione. I primi due evidentemente non fanno parte del nostro caso, probabilmente è la selezione. Il radon, a meno che non abbia proprietà mutagene, ma è difficile che siano specifiche per un unico locus, non ha fatto altro che selezionare la popolazione, la mutazione è avvenuta prima del radon, con il radon i "mutanti" hanno resistito meglio e si sono diffusi. Sempre che, ovviamente, il radon c'entri veramente con questa storia.

Insomma, secondo il mio modesto parere, non è affatto Lamarckiana.

Purtroppo non ho tempo di scriverlo, ma ho potuto approfondire un evento simile all'università, che riguarda la resistenza alla malaria. Semmai questa sera o domani aggiungo.

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vicenzo
Nuovo Arrivato



1 Messaggi

Inserito il - 18 marzo 2007 : 07:31:57  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di vicenzo Invia a vicenzo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Non penso che la selezione si sia potuta sviluppare nel corso di sole tre generazioni. Anche perchè non c'è stata nessun aumento della mortalità infantile, o della infertilità(eventualmente legate al radon)dopo il 28.12.1908.
In effetti, un certo, elevato,picco di mortalità infantile si era verificato, almeno in un piccolo comune dell'area dello Stretto, chiamato PODARGONI, ma circa 50 anni prima.
Quindi la selezione potrebbe essere avvenuta già prima e in più riprese (in epoche diverse e tra loro distanti).
Per confermare ciò è sufficiente esaminare il DNA dei discendenti di coloro che sono emigrati negli Usa (as esempio da Podargoni, prima del 28.12.1908.
Vincenzo
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