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 Cancerogenesi, iniziazione.
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Tag   iniziazione    cancerogenesi  Aggiungi Tag

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Aleece
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Inserito il - 09 luglio 2015 : 23:06:24  Mostra Profilo Invia a Aleece un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Buonasera a tutti,

non so se sto scrivendo nella sezione giusta, quindi mi scuso in anticipo nel caso.

Io non riesco a capire una cosa riguardo alla fase di iniziazione della cancerogenesi:

tutto parte dalla interazione di un agente iniziante/genotossico con la struttura primaria del DNA, che a questo punto risulta alterato, per così dire, ma la cosa non si manifesta fenotipicamente fino a quando la cellula non si replica. Ovviamente tutto ciò deve avvenire a carico di oncogeni/oncosoppressori.

Bene. Ora, il dubbio è, questa è GIA' la cellula iniziata o per definirsi tale deve "fissare" la mutazione replicandosi PRIMA che arrivi il promovente?

Grazie a chiunque mi risponderà!

Proteus
Nuovo Arrivato



34 Messaggi

Inserito il - 10 luglio 2015 : 10:04:55  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Proteus Invia a Proteus un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciao, ti riporto pari pari quello che c'è scritto sul "Robbins" che è un libro di patologia generale tra i migliori: "Il danno non riparabile al DNA rappresenta la prima tappa fondamentale del processo di iniziazione della cancerogenesi chimica. Perchè le modificazioni siano ereditabili, però, il filamento di DNA danneggiato deve essere replicato: in altre parole, affinchè l'iniziazione si verifichi, le cellule alterate dal cancerogeno devono andare incontro almeno a un ciclo di replicazione in modo che le modificazioni al DNA diventino fisse".

Comunque può essere l'agente iniziante stesso a funzionare da promovente perchè, per esempio, danneggiando in modo non letale le cellule può indurle a proliferare (per riparare il danno all'organo interessato per esempio), oppure il promovente può essere già presente (se parliamo del fegato, un agente iniziante può intervenire per esempio quando contemporaneamente c'è un infezione da HCV che stimola gli epatociti a proliferare). Quindi non necessariamente il promovente arriva dopo.

"Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarla a tua nonna " Albert Einstein.
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Aleece
Nuovo Arrivato



3 Messaggi

Inserito il - 10 luglio 2015 : 11:38:44  Mostra Profilo Invia a Aleece un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sì, esatto, c'è da considerare che queste tappe teoriche non sono poi necessariamente in ordine cronologico nella realtà dei fatti .

Comunque, la cellula con lesione al DNA potrebbe diventare iniziata anche in seguito a replicazione "spontanea", voglio dire in assenza di stimoli promoventi esogeni/patogeni ?

E ancora, se la cellula iniziata ha oncogeni/oncosoppressori mutati in modo da darle un vantaggio replicativo, perché ha bisogno di ulteriori stimoli per proliferare?

Forse mi sto perdendo in un bicchier d'acqua.
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Proteus
Nuovo Arrivato



34 Messaggi

Inserito il - 10 luglio 2015 : 12:33:32  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Proteus Invia a Proteus un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Dunque, per la prima domanda direi di si, sempre che la lesione al DNA non provochi il blocco del ciclo cellulare o che la cellula non sia per sua natura quiescente (ad esempio un neurone o una cellula epatica).

Per la seconda domanda invece il discorso è un po' più complesso. Per esempio se ho una cellula in cui muta un solo oncosoppressore come p53 (anche entrambi gli alleli, perchè per disattivare un oncosoppressore c'è bisogno della mutazione di entrambi) oppure un solo oncogene come kRAS avrò che si, la cellula ha un vantaggio replicativo sulle altre senza danni, ma i sistemi di controllo nelle cellule sono tali per cui una singola mutazione generalmente non basta per dare inizio ad una neoplasia (nemmeno se interessa geni importanti come p53 o kRAS ma crea solo una predisposizione). La predisposizione allo sviluppo di neoplasie può essere poi più o meno importante (per esempio la mutazione ereditaria di p53 nella sindrome di Li-Fraumeni è una predisposizione abbastanza importante in cui si possono generare varie neoplasie anche senza stimoli proliferativi ma in seguito a mutazioni "casuali" di altri geni che avvengono perchè il controllo di p53 viene a mancare).
Quindi ritornando agli stimoli proliferativi, abbiamo che questi agiscono inibendo il controllo sul ciclo cellulare (già di suo indebolito dalla mutazione di un oncogene o di un oncosoppressore) e quindi favorendo, accelerando, la comparsa di nuove mutazioni (ci sono maggiori probabilità che compaiano nuove mutazioni perchè la cellula si replica più volte e con un controllo indebolito). Alla fine le mutazioni accumulate (un'esempio tipo è la sequenza di mutazioni che avviene nella poliposi adenomatosa familiare)fanno si che la cellula non ha nemmeno più bisogno di questi stimoli proliferativi per replicarsi (anche di quelli endogeni naturali) e quindi prolifera incontrollatamente dando una neoplasia.
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Aleece
Nuovo Arrivato



3 Messaggi

Inserito il - 10 luglio 2015 : 20:35:53  Mostra Profilo Invia a Aleece un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Grazie, risposta illuminante!
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