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Inserito il - 20 luglio 2007 : 15:20:04
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Il futuro orientamento dell'ordine è quello di snaturare la figura del biologo trasformandolo in una figura para- consulenziale. Si veda al proposito il seguente intervento del futuro presidente dell'ONB, Pastoni. Biologo oggi: una realtà in evoluzione F.Pastoni Vice-Presidente Ordine Nazionale dei Biologi, Roma Pubblicato su “Biologi Italiani” n° 9 del 2006
Non vi è dubbio che la “cultura della professione”, intesa come conoscenza sempre più precisa della realtà e delle competenze professionali nonché dei relativi ambiti applicativi, oltre che coscienza via via crescente della precisa connotazione della figura di professionista, si stia progressivamente sviluppando tra i biologi. Diversi fattori verosimilmente contribuiscono a tale evoluzione. Innanzitutto, fattori di “crescita naturale”, determinati dal progressivo inserimento dei biologi negli ambiti del mondo del lavoro nei quali è possibile espletare le competenze che le vigenti normative riconoscono alla nostra figura professionale e dal raggiungimento, in tali contesti, di funzioni direzionali. Da ciò è derivato, inevitabilmente, un coinvolgimento sempre maggiore dei biologi nelle differenti realtà lavorative, per quanto concerne le corrispondenti implicazioni pratiche, ed una concretizzazione delle funzioni previste da organigrammi e Sistemi di Gestione per la Qualità di riferimento, appunto, alla specifica figura professionale. Un fenomeno di non trascurabile rilevanza è inoltre costituito dalla connotazione sempre più “manageriale” che la figura del biologo va progressivamente acquisendo. Ciò rientra in una dinamica che interessa, in realtà, un po’ tutte le figure professionali di ambito tecnico-scientifico ed è strutturalmente connessa con la evoluzione normativa che ha delineato, per tali figure, funzioni di tipo direzionale e gestionale, solitamente in coerenza con Sistemi di Gestione per la Qualità, come già in precedenza si è accennato. Per quanto concerne il biologo, il Decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2001, n.328, ha segnato un momento importante in tale evoluzione, quanto meno sotto un doppio profilo: • L’inserimento, nelle prove dell’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di Biologo, di materie tipicamente ricollegabili ad attività di tipo gestionale, quali “management e legislazione professionale, certificazione e gestione della qualità”: ciò conferisce alla figura del biologo una connotazione palesemente manageriale; • L’ampliamento, o comunque la più ampia definizione delle competenze del biologo, in particolare nel settore ambientale, con la precisazione che, tra l’altro, “formano oggetto della attività professionale del biologo la progettazione, direzione lavori e collaudo di impianti relativamente agli aspetti biologici”.
Appare immediata la constatazione di come la nuova “configurazione professionale” di cui sopra trovi una esatta rispondenza nei requisiti previsti dalle norme tecniche di riferimento per i criteri di qualità, ormai resi obbligatori da specifiche disposizioni di legge europee ed italiane per poter operare in settori del mondo del lavoro di grande rilevanza sotto un profilo non soltanto tecnico, ma anche economico e sociale (ad esempio la igiene e controllo dei prodotti destinati alla alimentazione). E’ infatti facile rilevare la precisa definizione dei “requisiti gestionali” e dei “requisiti tecnici” individuata da una norma, la UNI CEI EN ISO/IEC 17025 (“General requirements for the competence of testing and calibration laboratories” il titolo della versione più aggiornata, del maggio 2005), quanto mai pertinente alla figura del biologo, in considerazione dell’ambito considerato. La figura del biologo può inoltre trovare una concreta valorizzazione delineata dall’attuale evoluzione legislativa che interessa settori nei quali si esplicano precise competenze ad essa riconosciuta dalle normative “strutturali” che la riguardano. Appare immediato, in tal senso, il riferimento ai nuovi Regolamenti Europei sulla Igiene dei prodotti destinati alla alimentazione o alle disposizioni applicative concernenti i criteri di sicurezza.In questa situazione di importante e sostanziale evoluzione, appare fondamentale la presa di coscienza circa la propria realtà professionale da parte dei giovani Colleghi che escono dall’ambito accademico, solitamente sorretti dalla buona preparazione di base che le università italiane sono in grado di conferire. La collaborazione già da tempo in atto tra ambito universitario ed Ordine Nazionale dei Biologi ha fatto sì, tra l’altro, che siano già stati introdotti nei corsi di laurea di diverse sedi accademiche materie quali la “Legislazione e deontologia professionale” o lezioni introduttive al significato ed alla attuazione dei criteri di qualità, e si sia proceduto alla organizzazione congiunta di corsi post-lauream, di preparazione all’esame di stato, dedicati alle materie sulle quali in precedenza ci si è soffermati. Scopo delle iniziative di cui sopra è di supportare i giovani Colleghi all’inizio della loro “storia professionale” nella presa di coscienza circa la propria realtà personale, le competenze che a seguito della abilitazione all’esercizio della professione vengono istituzionalmente conseguite, il significato ed il valore dell’aggiornamento professionale continuo, la rilevanza della Specializzazione quale requisito per poter accedere a determinati ambiti, quali la Sanità pubblica. La coscienza delle proprie competenze (vale a dire le “chiavi” per l’ingresso nel mondo del lavoro), acquisite con l’abilitazione professionale ( e non con la frequenza di corsi o di perfezionamenti più o meno approfonditi e selettivi) deve costituire la base, per ciascuno, nella scelta del proprio orientamento di lavoro. E si tratta di una scelta evidentemente cruciale, per la quale è necessario saper inquadrare in modo realistico l’orizzonte professionale esistente, nelle concrete prospettive che ogni ambito propone, al di là degli ideali di ciascuno che non devono mai assumere la triste consistenza di illusioni. In tale contesto va tra l’altro inserita la eventualità del conseguimento di un titolo di Specializzazione, nella piena coscienza del valore attuale di tale titolo, a cui si è in precedenza accennato, non sostituibile da altre tipologie di corsi ed iniziative talvolta contraddistinte da un analogo impegno personale, organizzativo ed economico. Una volta effettuata una scelta ponderata, deve essere un impegno di ciascuno costruirsi una base di conoscenza adeguata, e garantirsi un costante aggiornamento professionale, prima come dovere deontologico e poi come obbligo di legge. La scelta dei “supporti” per la formazione e l’aggiornamento professionale deve essere attenta e razionale, fondata sui contenuti e sulla credibilità degli strumenti proposti, nell’assoluta rispondenza alle competenze riconosciute da specifiche disposizioni di legge, ed in nessun caso in sovrapposizione a queste.
Note; quella che Pastoni definisce una evoluzione è, per il sottoscritto, una involuzione, il biologo che diventa un manager dei controlli di qualità non è un biologo è, a mio giudizio, un avvocato di serie C. Relativamente alle possibilità di lavoro nell'ambito del settore della sicurezza alimentare: - sono un ex ccnsulente di tale settore: i controlli in Italia non vengono fatti, le ASS sono consulenti e controllori, per cui indirizzare i biologi in tale settore significa indirizzarli alla disoccupazione totale e assoluta. Invito tutti a stare ben all'erta perchè abbiamo studiato meterie che nulla hanno a che fare con le attività prospettate da Pastoni dobbiamo lavorare nei settori per i quali abbiamo studiato cioè quelli inerenti la biochimica, la genetica, l'immunologia, UMANE. Da notare come non si faccia alcun cenno alle biotecnologia UMANE o sanitarie, nè al settore nutrizione umana. Se scrivo di più mi radiano. Come si fa a scrivere questo e a far studiare questo (piano di studi laurea in biologia sanitaria): BIO/01 : BOTANICA GENERALE BIO/05 : ZOOLOGIA BIO/09 : FISIOLOGIA BIO/10 : BIOCHIMICA Discipline chimiche CHIM/01 : CHIMICA ANALITICA CHIM/03 : CHIMICA GENERALE E INORGANICA CHIM/06 : CHIMICA ORGANICA Discipline fisiche, matematiche e informatiche
FIS/07 : FISICA APPLICATA (A BENI CULTURALI, AMBIENTALI, BIOLOGIA E MEDICINA) MAT/04 : MATEMATICHE COMPLEMENTARI MAT/06 : PROBABILITA E STATISTICA MATEMATICA Attività caratterizzanti totale CFU Settori scientifico disciplinari Discipline biologiche e biologiche applicate 106 BIO/01 : BOTANICA GENERALE BIO/02 : BOTANICA SISTEMATICA BIO/04 : FISIOLOGIA VEGETALE BIO/05 : ZOOLOGIA BIO/06 : ANATOMIA COMPARATA E CITOLOGIA BIO/07 : ECOLOGIA BIO/09 : FISIOLOGIA BIO/10 : BIOCHIMICA BIO/11 : BIOLOGIA MOLECOLARE BIO/14 : FARMACOLOGIA BIO/18 : GENETICA BIO/19 : MICROBIOLOGIA GENERALE MED/04 : PATOLOGIA GENERALE
Attività affini o integrative Settori scientifico disciplinari Chimica e biologia BIO/03 : BOTANICA AMBIENTALE E APPLICATA BIO/08 : ANTROPOLOGIA BIO/12 : BIOCHIMICA CLINICA E BIOLOGIA MOLECOLARE CLINICA BIO/16 : ANATOMIA UMANA CHIM/06 : CHIMICA ORGANICA MED/07 : MICROBIOLOGIA E MICROBIOLOGIA CLINICA MED/42 : IGIENE GENERALE E APPLICATA Interdisciplinarita e applicazioni AGR/16 : MICROBIOLOGIA AGRARIA BIO/13 : BIOLOGIA APPLICATA CHIM/01 : CHIMICA ANALITICA CHIM/02 : CHIMICA FISICA CHIM/11 : CHIMICA E BIOTECNOLOGIA DELLE FERMENTAZIONI CHIM/12 : CHIMICA DELL'AMBIENTE E DEI BENI CULTURALI FIS/07 : FISICA APPLICATA (A BENI CULTURALI, AMBIENTALI, BIOLOGIA E MEDICINA) MAT/06 : PROBABILITA E STATISTICA MATEMATICA MED/05 : PATOLOGIA CLINICA MED/43 : MEDICINA LEGALE
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Verina
Utente Junior
Città: Milano
285 Messaggi |
Inserito il - 20 luglio 2007 : 15:32:24
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posso fare una domanda? ho letto il tutto, però questo nn significa limitazione di quello che c'è già, è un ampliamento.. giusto? nn sto dicendo giusto o sbagliato, significa che verrebbero riconosciute nuove forme lavorative nell'ordine dei biologi? |
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488 Messaggi |
Inserito il - 20 luglio 2007 : 15:48:08
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Ciò che temo invece è un progressivo snaturamento della professione. Tale timore non deriva da opinioni personali ma da una serie di segnali oggettivi registrati durante la partecipazione a convegni ONB, riporto: - "stiamo lavorando per far diventare il biologo il medico dell'ambiente": - la non risposta dell'ONB alla possibilità da parte del biologo di indicare i valori normali di pressione arteriosa (valori fisiologici, non fisiopatologici): - tutta una serie di editoriali (che ho riportato anche su questo forum, anzi sarebbe stato meglio postare il tutto nello stesso thread): - le indicazioni di massima prudenza dell'ONB (es. il biologo nutrizionsita deve preoccuparsi del benessere della persona).
L'unico consiglio che posso dare è quello (nel caso lo studente sia interessato alla biologia umana) di porre nel piano di studi tanti più esami possibili recanti la sigla "MED" in modo, nel caso l'ordine diventi quello dei consulenti HACCP, di convertire tutto alla facoltà di medicina. Secondo: finchè avete soldi scegliete i master (che forniscono 60 CFU/anno) ai corsi ECM (il problema è che i master costano parecchio). Insomma: state attenti. E' chiaro che l'Italia non può snaturare una figura professionale al punto di chiamare biologo chi biologo non è (ma una sorta di consulente tecnico), i biologi europei cosa fanno? Però dagli italiani mi aspetto tutto, soprattutto perchè noi iscritti non riusciamo ad organizzarci per piantare il casino che andrebbe piantato.
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movimento
Utente Junior
Città: napoli
302 Messaggi |
Inserito il - 20 luglio 2007 : 15:52:49
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cmq e' vero....se vogliono una nuova figura di biologo...il piano di studi deve cambiare radicalmente |
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n/a
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488 Messaggi |
Inserito il - 20 luglio 2007 : 16:00:01
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Confrontate anche la legge istitutiva di biologo del 1967 (grassetto) con il DPR 329/2001 (corsivo): FORMANO OGGETTO DELLA PROFESSIONE DI BIOLOGO: b) VALUTAZIONE DEI BISOGNI NUTRITIVI ED ENERGETICI DELL'UOMO, DEGLI ANIMALI E DELLE PIANTE; c) PROBLEMI DI GENETICA DELL'UOMO, DEGLI ANIMALI E DELLE PIANTE; (nota due voci distinte e chiare): Formano oggetto dell'attività professionale degli iscritti nella sezione A, ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 1, comma 2, restando immutate le riserve e attribuzioni già stabilite dalla vigente normativa, oltre alle attività indicate nel comma 2, in particolare le attività che implicano l'uso di metodologie avanzate, innovative o sperimentali, quali: h) problemi di genetica dell'uomo, degli animali e delle piante e valutazione dei loro bisogni nutritivi ed energetici;
Da un punto di vista sostanziale non cambia nulla ma da un punto di vista formale cambia molto e di solito i cambiamenti formali sono un primo passo verso quelli sostanziali. Meglio essere molto ma molto vigili. Anche il fatto che solo il 10% dei laureati si iscriva all'ordine è preoccupante perchè è comunque l'ordine che coordina con l'università i piani di studi dei laureati che ad esso afferiscono (compresi i biotecnologi sanitari). Comunque andate, e andiamo, avanti a lavorare però stando attenti e facendo quel che conviene: acquisire titoli nel settore di competenza cioè titoli di ambito medico - CFU da master e, in misura minore, crediti ECM- per i biologi operanti nel settore umano. Non vorrei che Verina non dormisse di notte a causa di incubi in cui diventa, da "clinical monitor", "food monitor".
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Verina
Utente Junior
Città: Milano
285 Messaggi |
Inserito il - 20 luglio 2007 : 16:21:24
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io farei anche la food monitor.. se si tratta di stare a contatto diretto con il cibo però!!! ad esempio "food monitor" con specializzazione in " gusto monitor" ie assaggiatrice!!
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n/a
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488 Messaggi |
Inserito il - 20 luglio 2007 : 16:27:08
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No no, hai studiato biotecnologie e fai la clinical monitor (ed è sacrosanto, giusto e legittimo che tu lo faccia) la food monitor la fanno i laureati in agraria o in scienza dell'alimentazione. Lauree che, se possibile, sono messe peggio della nostra. Esempio i laureati in scienza dell'alimentazione che non possono fare diete. Purtroppo non posso scrivere quel che penso degli ordini professionali, dei collegi e delle corporazioni varie.
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Isa.1974
Nuovo Arrivato
Città: napoli
5 Messaggi |
Inserito il - 20 luglio 2007 : 17:02:24
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Ribadisco che l'ordine dei biologi non si interessa adeguatamente dei problemi reali dei biologi, non ha idea dei problemi che attanagliano noi laureati "con arte ma senza parte"! non vi dico poi l'enpab....caliamo un velo pietoso. boh.
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Isa |
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