Sviluppata terapia per l'artrite reumatoide e la sclerosi multipla
Un gruppo di ricercatori dellIstituto di parassitologia e biomedicina del Consejo Superior de Investigaciones Cientificas (CSIC, Consiglio nazionale delle ricerche spagnolo) di Granada ha sviluppato
Un gruppo di ricercatori dell'Istituto di parassitologia e biomedicina del Consejo Superior de Investigaciones Cientificas (CSIC, Consiglio nazionale delle ricerche spagnolo) di Granada ha sviluppato con successo nei topi una terapia cellulare per due delle principali malattie autoimmuni, ossia lartrite reumatoide e la sclerosi multipla. In entrambi i modelli sperimentali, gli scienziati sono riusciti a far scomparire i sintomi e a indurre un'inversione del processo degenerativo. I risultati della ricerca sono stati pubblicati questa settimana sull'edizione digitale della rivista "Proceedings of the National Academy of Sciences" (PNAS). Le malattie autoimmuni insorgono quando il sistema immunitario, che di norma protegge il corpo da malattie e infezioni, attacca se stesso, e possono colpire molte parti dell'organismo, come i nervi o i muscoli, nonché causare morbilità e invalidità significative e croniche. La terapia si avvale di un certo tipo di cellule, nello specifico quelle dendritiche, che iniettate negli animali colpiti da questi disturbi generano cellule T regolatorie (Tr), responsabili del mantenimento della tolleranza immunitaria.
Mario Delgado, scienziato del CSIC e a capo del gruppo di ricercatori, spiega: "L'analisi dei meccanismi cellulari ha rivelato che le cellule dendritiche inducono la crescita di nuove cellule Tr negli animali trattati e che queste cellule neutralizzano in modo specifico le cellule immunitarie che attaccano componenti delle articolazioni, nel caso dell'artrite reumatoide, o la mielina che riveste i nervi, nel caso della sclerosi multipla". La terapia è risultata efficace anche con cellule Tr create in vitro. In entrambi i casi, la risposta è stata indotta utilizzando un neuropeptide immunosoppressivo noto, il peptide intestinale vasoattivo (VIP), che è una proteina prodotta dalle cellule linfatiche e da quelle neurali nota agli scienziati per essere un potente agente antinfiammatorio. Il gruppo di ricercatori guidato dal dottor Delgado ha studiato per dieci anni l'uso del VIP su un modello di sclerosi multipla. Il processo terapeutico inizierebbe con l'estrazione di cellule ematiche o midollari dal paziente affetto dalla malattia autoimmune. Queste cellule verrebbero trattate con il VIP affinché si trasformino in cellule dendritiche. Infine, le cellule potrebbero essere iniettate nel paziente in modo che inducano la crescita di nuove cellule Tr, con conseguente recupero della tolleranza immunologica. Una terapia alternativa potrebbe essere basata sull'uso delle cellule dendritiche regolatorie in vitro per generare cellule Tr che potrebbero quindi essere inoculate nel paziente. Il dottor Delgado spiega che "i risultati ottenuti con gli animali sono molto promettenti", pur mostrandosi cauto riguardo alle possibili applicazioni nell'uomo, avvertendo che in questo caso si tratterebbe di "una terapia cellulare personalizzata i cui costi sarebbero elevati". Il suo impiego potrebbe tuttavia essere giustificato in quanto per alcune malattie degenerative non esiste alcun trattamento alternativo efficace. La sclerosi multipla (SM) è una malattia neurologica cronica e grave, largamente diffusa in tutto il mondo. Si tratta di una patologia che colpisce preferibilmente giovani adulti, ha alti costi sociali e costituisce una vera emergenza a livello clinico e sociale.
Fonte: (13/09/2005)
Pubblicato in Biochimica e Biologia Cellulare
Tag:
sclerosi,
artrite
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