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Mit, 38 mila mq per le neuroscienze

Massachusset Institute of Tecnology


500 scienziati di altissimo livello potranno interagire tra loro come mai era successo prima

Centinaia di scienziati riuniti in uno spazio di 38 mila metri quadrati per studiare la mente umana: il nuovo centro del Massachusetts Institute of Technology (Mit) sarà il più grande del mondo dedicato alle neurscienze, una vera e propria "città del cervello". Situata in un'area ad altissimo potenziale, tra Vassar e Main Street a Cambridge, la cittadina adiacente a Boston dove ha sede anche Harvard, vicino al Broad Institute per la genetica, al Media Lab e a circa 150 società private attive nel settore delle biotecnologie. Insomma, come dice Earl Miller, che nei laboratori del Mit insegna alle scimmie a usare i videogiochi, "la geografia è destino".
Il "Brain and cognitive Sciences Complex" si muove nel solco della tradizione del Mit, con grande attenzione all'approccio interdisciplinare e ai contatti fra gli scienziati. Metterà quindi insieme ricercatori che affrontano i misteri del cervello a livelli molto diversi, da quelli che studiano le molecole a quelli che si occupano della memoria.
Nel nuovo centro lavoreranno 500 scienziati, per la maggior parte pionieri nel campo delle scienze del cervello già affiliati al Mit.
Mriganka Sur, capo del Dipartimento di Scienze del Cervello, si concentrerà sull'autismo, un disordine complesso sia nei geni che nei sintomi: "Se riusciremo a decodificarlo succederà in questo edificio, grazie al potenziale di cervelli a disposizione".
Sunumu Tonegawa, premio Nobel e direttore del Picowar Institute for Learning and Memory, studia le menzogne ed è convinto che presto uno strumento grande come un berretto da baseball permetterà di leggere e analizzare dati da miliardi di neuroni per stabilire rapidamente chi dice bugie e chi è sincero: "Per arrivarci ci serviremo di ingegneri e fisici interessati in tecnologie totalmente nuove e metodi non invasivi di scannerizzazione del cervello".
La nuova città del cervello è stata disegnata per favorire al massimo l'interazione, hanno assicurato gli architetti della Charles Correa Associates che hanno curato il progetto. Sale da té, saloni dalle pareti di vetro e corridoi con lunghe linee di fuga aiuteranno gli scienziati ad avvistarsi da lontano e magari fermarsi per una chiacchierata.
"Molti di noi, prima, si vedevano più spesso ai convegni internazionali che nell'area di Boston", ha detto Mark Bauer, pioniere degli studi sui ritardi mentali e uno dei 40 scienziati del Picowar Institute che sperano un giorno di trovare al Mit la cura per l'Alzheimer e, oltre all'autismo e alla schizofrenia, per il disordine da deficit di attenzione che colpisce molti bambini in età scolare.

Fonte: LaRepubblica (03/12/2005)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: mit, neurescienze, cervello
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