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La strategia dello stafilococco aureo

Batteri MRSA2: Stafilococchi resistententi ad anti


Anche la legionella può sfruttare lo stesso espediente

I ceppi di Staphylococcus aureus resistenti alla meticillina (MRSA) sono attualmente endemici in tutto il mondo e rappresentano la prima causa d'infezione all’interno delle strutture ospedaliere. Il problema è molto sentito perché a queste infezioni sono associati un prolungamento della durata del ricovero del paziente e, soprattutto, un tasso di mortalità non basso. I ricercatori dell’Università di Bath, in Gran Bretagna hanno identificato una strategia adottata da questo batterio per diffondersi e resistere alle bonifiche ambientali. Dal loro studio risulta che S.
aureus è in grado di sfruttare come “incubatore” un’ameba, Acanthamoeba polyphaga, la cui peresenza non è infrequente all’interno delle strutture sanitarie, e che normalmente si nutre dei batteri presenti nell’ambiente. Invece di essere digerito, all’interno dell’ameba S. aureus si riproduce e prolifera in maniera esorbitante, per poi tornare nell’ambiente. Ma la cosa più interessante è che fra i batteri incubati nell’ameba, l’antibiotico-resistenza si manifesta con una frequenza mille volte superiore a quella esibita dai ceppi che non sono transitati attraverso di essa. I batteri infestano anche le minuscole e resistenti cisti che le amebe producono o per riprodursi o per superare situazioni ambientali partricolarmente ostili. In questo modo S. aureus può più agevolmente sfuggire alle misure messe in atto per debellarlo. L’individuazione di questo meccanismo consente però di iniziare a pensare a nuove strategie per debellare sia S. aureus, sia la legionella, l’altro batterio che i ricercatori britannici hanno scoperto essere in grado di piegare ai propri interessi A. polyphaga.

Fonte: Le Scienze (03/04/2006)
Pubblicato in Genetica, Biologia Molecolare e Microbiologia
Tag: MRSA, stafilococco
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