Le armi contro il carcinoma del seno

Negli Usa si è registrata una diminuzione del 7% dei casi di tumore al seno, tra i nuovi farmaci il trastuzumab

Negli Usa dal 2003 si è registrata una netta diminuzione del 7% dei casi di tumore al seno. Secondo i ricercatori dell'Md Cancer Center di Houston che si sono occupati dello studio, questo dato è dovuto alla riduzione, nel 2002, del ricorso alle terapie ormonali sostitutive in post-menopausa.
I dati dello studio sono stati presentati al "Breast Cancer Symposium" a San Antonio, Texas. Da tempo la terapia ormonale sostitutiva è accusata di favorire l'insorgere di tumori ma da questi dati sembra che abbia effetti più negativi di quanto creduto finora. Attualmente la terapia è somministrata alla più bassa dose utile e per il più breve tempo possibile. In Italia, al contrario degli Usa, è molto meno diffusa e anche la mortalità per tumore al seno è di un poco inferiore. Nonostante questi dati la teoria è ancora da verificare, secondo quanto detto da Peter Ravdin, anche se sicuramente la formazioni di tumori al seno è favorita dagli ormoni steroidei. Infatti alcuni farmaci tra i più usati nella terapia e prevenzione sono inibitori dell'aromatasi e il loro effetto benefico è dovuto proprio al fatto che questi enzimi bloccano la formazione di estrogeno.

Molte vite sono state salvate grazie ai progressi della diagnostica, alla prevenzione, alla riduzione di somministrazione della terapia ormonale sostitutiva e a nuove molecole e terapie meno tossiche e quindi più tollerabili per le pazienti.
All'inizio le cellule neoplastiche, derivate dall'epitelio mammario, per crescere sfruttano i propri recettori per l'ormone estradiolo e proprio questi recettori sono stati tra i primi marcatori usati per la diagnostica. Per impedire alle cellule del carcinoma di crescere è necessario privarle degli estrogeni o impedendo alle cellule tumorali di usare gli estrogeni prodotti o contrastandoli con antiestrogeni (come il tamoxifen) o inibendone la produzione intervenendo direttamente sulla loro sintesi. In generale gli antiestrogeni impediscono che gli estrogeni nelle cellule tumorali possano attivare i recettori. Gli inibitori dell'aromatasi invece impediscono la formazione la formazione degli estrogeni.
Da anni viene usato con successo il tamoxifene che dimezza il rischio di recidive, ora sono disponibili anche altre molecole come il raloxifen (che causa minori effetti collaterali) e il fulvestrant (che si lega al recettore e lo inattiva). Per quanto riguarda gli inibitori dell'aromatasi, le molecole più note sono anastrozolo, letrozolo e exemestane: utilizzando questi farmaci dopo il tamoxifen si riduce il rischio di recidiva con pochi effetti collaterali.
Ad oggi i farmaci chemioterapici più utilizzati contro il tumore al seno sono i taxani: taxotere o docetaxel ha dato ottimi risultati con farmaci biologici, l'herceptin o trastuzumab, anticorpo contro il gene del cancro HER2-neu. Secondo una sperimentazione clinica la somministrazione di herceptin, taxotere e il carboplatino (Tch) è efficace e abbassa la tossicità cardiovascolare che si produce usando il medesimo anticorpo insieme ad antracicline e ciclofosfamide. Quindi farmaci biologici come il trastuzumab, nelle pazienti con positività al recettore HER2, possono dare nuove speranze per un sempre più efficace trattamento del cancro al seno.

Redazione (15/01/2007)
Pubblicato in Cancro & tumori
Tag: HER2, herceptin, tamoxifen, fulvestrant, taxotere, seno

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