Blair apre alla sperimentazione genetica sugli embrioni umani
Con la leggerezza di chi sta per affidare il giudizio sul suo operato alla storia e non più agli elettori, il premier inglese Tony Blair si diverte a spiazzare. La sua ultima incarnazione: «mr. F
Con la leggerezza di chi sta per affidare il giudizio sul suo operato alla storia e non più agli elettori, il premier inglese Tony Blair si diverte a spiazzare. La sua ultima incarnazione: «mr. Frankenstein». Almeno secondo i detrattori. Dopo il controverso via libera alla compravendita di ovuli per il business della fecondazione artificiale, la Gran Bretagna, patria nel 1997 di Dolly, prima pecora clonata, si appresta infatti a diventare la prima nazione ad autorizzare la manipolazione genetica dell’essere umano. Così, dopo il mais ogm - a cui il governo inglese aveva detto sì, con grande scandalo europeo, nella primavera 2004 - oggi nel lessico del Regno Unito entrano gli egm, gli embrioni geneticamente modificati. Pensare ad ardite «costruzioni» del figlio (o del cittadino) su misura, è prematuro. Il nulla-osta, precisa il ministero della Sanità, sarà dato a titolo puramente sperimentale, gli embrioni dovranno essere distrutti al più tardi dopo il 14° giorno di esistenza e i risultati non serviranno all’ingegneria genetica per scopi riproduttivi. Almeno «per il prevedibile futuro» e finché non saranno messe a punto procedure «sicure ed efficaci». Ma a cosa serviranno, allora? Nella pragmatica terra anglicana gli anatemi del Vaticano e dei teocon non fanno troppo breccia, ma Human Genetic Alert, che si definisce laicamente un gruppo di sorveglianza indipendente di pubblico interesse, è sul piede di guerra fin da dicembre, quando per la prima volta s’è parlato di aprire a questo tipo di sperimentazione. Ora che la legge è annunciata per marzo l’Hga non ha dubbi sullo scenario che si delinea: «Dopo 25 anni di ingegneria genetica sulle piante e sugli animali, gli scienziati sono pronti all’ultimo passo: applicare l’ingegneria genetica agli embrioni umani. Autorizzata, per la prima volta, da un governo, contro ogni accordo internazionale». Se non li fermiamo, aggiungono gli attivisti, «nel giro di 10 anni vivremo in un mondo di “consumatori eugenetici”, dove gli embrioni umani saranno trattati come accessori». E dove nasceranno quelli che il presidente dell’Hga, David King, definisce, orripilato, «designer babies».
Come dire neonati «firmati», progettati su misura. Per contro, finalmente liberi dal rischio di malattie ereditarie. La polemica, alimentata dagli ampi servizi dedicati al tema da quotidiani a larga diffusione come il Daily Telegraph e il Daily Mail infuria rovente nel mondo medico e scientifico, ma intanto il disegno di legge del governo Blair va per la sua strada ed è pronto a sostituire il desueto «Human Fertilisation and Embryology Act», che governava la materia dal 1990. Nella preistoria, quando il nome Dolly evocava solo la prosperosa cantante country Dolly Parton, l’ingegneria genetica era questione di fantascienza più che di scienza e nessuno aveva calcolato quanto rende guadagnarsi per tempo la leadership mondiale nel lucroso campo della genetica applicata. Prospettiva che potrebbe affievolire l’eco degli appelli a fermare il governo del dottor Richard Nicholson, direttore della rivista di deontologia medica «Bulletin of Medical Ethics»: «Tutti i Paesi hanno proibito per legge questo tipo di ricerca. Se rompiamo con la comunità internazionale si penserà che la Gran Bretagna è un rifugio per scienziati avidi e irresponsabili». Ma nel nobile conflitto tra ideale e finanza l’Inghilterra post blairiana appare sempre più orientata a lasciarsi alle spalle, in nome dei nudi fatti, i diktat del politicamente corretto di matrice ambiental-umanista. È di pochi giorni fa la scomunica dell’agricoltura biologica che, appena un anno fa, Tony considerava il futuro della nazione e a cui il principe Charles (forse non a caso miliardario) si dedica con passione. Ebbene, secondo un rapporto finanziato dal ministero dell’Ambiente e redatto dalla Manchester Business School il latte, i pomodori e il pollo prodotti secondo standard biologici, oltre a costare tre volte più cari, inquinano peggio dei loro omologhi tradizionali perché richiedono più terra, più energia e «possono far più danni per la pesante dipendenza dai fertilizzanti animali, fonte primaria di microbi infettivi». Leader del partito laburista inglese dal 1994, fautore del successo che nel ‘97 portò i laburisti al governo dopo 18 anni di dominio conservatore, Tony Blair è il primo ministro laburista che si è mantenuto più a lungo in carica, nonché l’unico ad aver condotto il partito alla vittoria in tre elezioni politiche consecutive. Dopo le elezioni del 2005, vinte con uno stretto margine, ha annunciato l’intenzione di lasciare in favore del Cancelliere dello Scacchiere Gordon Brown, dando come termine ultimo il prossimo settembre.
Fonte LaStampa.it
Redazione (26/02/2007)
Pubblicato in Percezione e problemi biotech
Tag:
clonazione,
Blair
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