Scoperta dello Sbarro Institute e l`Università di Siena
Una piccola porzione della proteina pRb2 e`in grado di inibire la crescita del tumore in vivo
Uno studio condotto dall`Istituto di Philadelphia del prof. Giordano, anche con le Universita` Sassari, Regina Elena di Roma e Seconda Universita`di Napoli, da` nuove speranze nella lotta contro il cancro.
Come riportato dalla rivista Oncogene del 22 marzo, i ricercatori dello Sbarro Institute, all`interno dell` Universita` Temple di Philadelphia, hanno dimostrato che una piccola porzione della proteina pRb2 e`in grado di inibire la crescita del tumore in `vivo` potendo cosi` aprire la strada a nuove terapie anti-cancro.
Infatti, questa piccola e specifica regione della proteina pRb2/p130 ha la capacita` di arrestare il ciclo cellulare, attraverso l`inibizione dell`attivita`di cdk2 (cyclin dependent kinase), che ha un ruolo critico nella proliferazione cellulare: l’inibizione dell’attivita’ chinasica di cdk2 rappresenta un target strategico nella terapia antitumorale.
L`individuazione di pRb2/p130 da parte di Antonio Giordano - direttore dello Sbarro Institute e professore ordinario per chiara fama nel settore scientifico-disciplinare di Anatomia Patologica del Dipartimento di Patologia Umana ed Oncologica dell’Università degli Studi di Siena– risale ai primi anni `90.
Lo scienziato dello Sbarro gia` dimostro` precedentemente che una regione della proteina, la cosiddetta `spacer domain`, costituita da 212 amminoacidi, era capace di inibire l`attivita` di cdk2 in vitro.
Nell’ articolo pubblicato questo mese da Oncogene, Luigi Bagella - principale ricercatore di questo studio insieme ad altri collaboratori dello Sbarro Institute - ha identificato la porzione attiva di 39 amminoacidi della proteina pRb2/p130, denominata poi Spa310 responsabile dell`effetto inibitorio su cdk2, come conferma lo stesso Giordano.
“Quello che abbiamo testato e` l`abilita` del pRb2/p130 di inibire l`attivita` di cdk2, che e` la stessa chinasi inibita da p21. E con nostra sorpresa, cio` e` accaduto. I ricercatori, poi, hanno ridotto il piu` ampio spazio di 212 amminoacidi fino alla piu` piccola sequenza(lo Spa310 ndr.) che potesse agire come la p21”, spiega ancora Giordano stesso.
La molecola, prodotta sinteticamente in laboratorio, e` stata introdotta in topi in cui erano state precedentemente iniettate cellule tumorali.
“ La crescita del tumore e` stata inibita e i tumori hanno iniziato a regredire, fino a scomparire” ha aggiunto lo scienziato italiano.
Giordano ha poi affermato, che vista l`intrinseca natura del composto, questo puo` essere facilmente riprodotto come farmaco biologico in larga quantita` e puo` rappresentare un`alternativa farmacologica alle terapie geniche potenzialmente dannose. Inoltre lo Spa310 ha ottime possibilita` di riuscita in terapie anti-cancro, cosa che fa ben sperare nel superamento dei trials clinici.
“15 anni dopo la scoperta del Rb2/p130, la nostra ricerca e duro lavoro ci ha portato alla scoperta di questa piccola molecola, che e` un passo in avanti nella ricerca contro il tumore e un gran passo in avanti nel trattamento del cancro”, conclude Giordano.
Pierpaolo Basso - Sbarro Institute di Philadelphia
Redazione (28/03/2007)
Pubblicato in Cancro & tumori
Tag:
pRb2,
Giordano,
tumori
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