Neuroriabilitazione: un braccio robotico per emiparesi post ictus
In Toscana l’unica macchina in Italia, direttamente dal MIT di Boston
Novità ad alto tasso tecnologico per le persone affette da emiparesi post ictus: è in arrivo un braccio robotico in grado di rieducare gradualmente gli arti paralizzati. Questo uno degli studi presentati oggi, nella seconda giornata del VII Congresso Nazionale della Società Italiana di Riabilitazione Neurologica, in programma fino a sabato 21 aprile presso l'Hotel Royal Continental a Napoli. La macchina chiamata “Mit – Manus”, arrivata direttamente MIT di Boston, è costata circa 60 mila Euro, ed è operativa ormai da un anno, presso il Dipartimento di Riabilitazione U.O.C. Medicina Riabilitativa Ospedale Versilia – AUSL 12 Lido di Camaiore (LU), sotto la supervisione del Professor Federico Posteraro che afferma: “ Da circa un anno è attiva presso la nostra struttura una sperimentazione per malati cronici, colpiti da ictus, considerati a tutti gli effetti disabili. In concreto, come tutte le tecnologie avanzate ed i sistemi robotici funzionali alla neuroriabilitazione , il “Mit – Manus”è un'apparecchiatura in grado di registrare il comportamento umano ed adattarsi di conseguenza. Questo significa che la macchina è riconosce una componente volontaria del movimento, anche minimale, del paziente e quando questa componente intenzionale viene meno si attiva per aiutare il malato a terminare il movimento ed a raggiungere il bersaglio assegnato nell’esercizio.
Questa soluzione permette di coniugare motricità volontaria residua del malato e raggiungimento del target con un movimento corretto, la combinazione di questi due fattori è fondamentale per riapprendere le sequenze motorie perse dopo l’ictus.”
Il progetto costituito da tre sedute settimanali di quaranta minuti l’una per sei settimane ha ottenuto importanti risultati dal punto di vista della rieducazione funzionale. Secondo gli esperti, i malati coinvolti nel progetto, hanno dimostrato una grandissima motivazione, anche in considerazione del fatto che, in circa 40 minuti di sessione, i pazienti sono portati a fare un migliaio di movimenti. Altra particolarità tecnica è stata la progettazione dell’apparecchiatura secondo il criterio della “bassissima impedenza”, che significa che il paziente non deve trovare nessuna resistenza da parte della macchina e che tutte le opposizioni meccaniche devono essere compensate dai motori per non compromettere la buona riuscita degli esercizi.
“Questo rapporto tra neuroriabilitazione e tecnologie rappresenta senza dubbio il futuro – continua il Professor Federico Posteraro – per le persone colpite da emiparesi. Altri esempi molto attuali sono la teleriabilitazione e l’utilizzazione della realtà virtuale. L’aspetto fondamentale per noi è che tutti questi sistemi rispettino il fatto di poter registrare il comportamento umano. E’ importante sottolineare che per poter essere realmente utile il “Mit – Manus” deve essere impiegato su emiplegici in grado di compiere almeno un minimo movimento volontario. Il “Mit – Manus” è ancora in fase sperimentale, in Europa non è ancora commercializzato, ne esistono soltanto uno in Italia (il nostro) ed uno a Londra.”
Alcuni dati nazionali relativi alle persone che necessitano di neuroriabilitazione, suddivisi per cause:
Ictus, 200 emiplegici ogni 100 mila abitanti Trauma cranici gravi, 150 casi ogni 100 mila abitanti Morbo di parkinson, 100 casi ogni 100 mila abitanti Mielolesioni, 80 casi ogni 100 mila abitanti Sclerosi multipla, 50 casi ogni 100 mila abitanti
Redazione (27/04/2007)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag:
ictus,
emiparesi,
neuroriabilitazione,
mit-manus
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