Nuovo regolamento per il reclutamento dei candidati dei concorsi universitari
Tra le innovazioni apportate una doppia valutazione (interna ed esterna) e maggiore facilità di accesso
Il Ministro dell'Università Fabio Mussi ha inviato il nuovo regolamento per il reclutamento dei ricercatori universitari al Consiglio universitario nazionale (Cun) e alla Conferenza dei rettori (Crui) per il previsto parere. Le nuove procedure prevedono dei concorsi locali basati su un sistema misto di valutazione esterna ed interna e da un giudizio finale dell'Anvur, la nuova agenzia di valutazione dell'Università e della ricerca. Il Ministero prevede che nei prossimi 3 anni si avrà l'assunzione di oltre 3.200 giovani. Saranno investiti 80 milioni di euro necessari all'assunzione di 1.600 ricercatori e, inoltre, le nuove regole, obbligano gli Atenei a bandire almeno altri 1.600 posti da far valere sui propri bilanci. In questo modo, il Ministero assicura che entro tre anni si arriverà a 4.000 nuove assunzioni. "Cambiano le regole dei concorsi - ha spiegato Mussi - perché i candidati saranno valutati da revisori anonimi, alle commissioni interne arriverà solo un quarto di questi candidati e le università si prenderanno la responsabilità di scegliere". Inoltre il nuovo regolamento è nato anche con l'intenzione di combattere episodi di mal costume, come il recente scandalo di avance sessuali in cambio di un assegno di ricerca all'Università di Bari, contro il quale il ministero si è costituito parte civile. Il nuovo reclutamento seguirà criteri celeri, trasparenti e allineati agli standard europei - questo è quanto assicura Mussi. Il nuovo provvedimento ha riformato il sistema delle prove e ha anche facilitato l'accesso al concorso. Infatti, le prove scritte e orali saranno sostituite dalla valutazione della produzione scientifica del candidato e la domanda di partecipazione al concorso potrà essere presentata direttamente dai siti web del ministero e dell'Ateneo, in questo modo si agevolerà la partecipazione dei candidati esterni alla sede del concorso e quindi anche degli stranieri.
I candidati dovranno possedere un titolo di dottore di ricerca (anche se conseguito all'estero) ma saranno ammessi anche persone che hanno attività di ricerca con contratti o assegni di durata almeno quadriennale. I bandi dovranno essere emanati dal rettore entro il 31 maggio e il 30 novembre di ogni anno (cadenza semestrale) e dovranno essere pubblicati sul sito web dell'ateneo e sulla Gazzetta Ufficiale entro, rispettivamente, il 10 giugno e il 10 dicembre. Il termine per la presentazione delle domande scadrà dopo almeno 60 giorni dalla pubblicazione del bando. Le selezioni saranno organizzate per "macro settori" disciplinari, aggregati in base all’affinità: il ministero sta lavorando per ridurre i settori dagli attuali 370 a 100. La valutazione sarà articolata su due livelli, uno esterno e uno interno all'ateneo. Il primo step è la valutazione di 7 referee (revisori esterni - 5 italiani e 2 stranieri) sorteggiati da liste tenute e aggiornate dall'Anvur, quando l'agenzia sarà realmente operativa e, fino ad allora, dal Comitato per la valutazione della ricerca (Civr). Ciascuno dei referee esprimerà un proprio giudizio in forma anonima e redigerà una prima graduatoria che verrà successivamente sottoposta all'esame della commissione interna, formata da 7 docenti di ruolo dell'ateneo che bandisce il concorso (3 titolari della disciplina del concorso e 4 di altre discipline). A questo punto verrà redatta una classifica (che tiene anche conto dei voti dei revisori esterni). A quel punto, i candidati dovranno tenere un seminario pubblico e solo allora verrà redatta la classifica finale che determinerà il vincitore. L'Anvur verificherà, con cadenza annuale o triennale, la qualità del reclutamento e in caso di esito negativo, lo stipendio del ricercatore verrà sottratto dal finanziamento dell'ateneo. Il sottosegretario all'Università e ricerca Luciano Modica ha espresso soddisfazione per l'approvazione in Senato di questo nuovo disegno di legge. "Il Senato ha approvato un testo che ha molti punti innovativi - sottolinea Luciano Modica - Quelli fondamentali sono l'autonomia statutaria, la missione degli enti di ricerca volta all'avanzamento delle conoscenze più che a paradigmi troppo aziendalistici, la trasparenza nella nomina dei vertici degli enti separando la scienza dalla politica, le norme antidiscriminatorie tra donne e uomini, l'introduzione di criteri fortemente meritocratici nella nomina dei direttori degli istituti." Secondo Modica, insomma, questo provvedimento crea un sistema di ricerca pubblica migliore che dà più fiducia ai ricercatori e più spazio alla loro libertà. "Il Parlamento - continua Modica - ha certamente contribuito a migliorare il testo del governo, che però già conteneva i punti fondamentali. Il testo ha quindi visto un voto favorevole praticamente unanime dell'aula, come dovrebbe essere sempre sui grandi temi strategici per il futuro dell'Italia, e la ricerca scientifica e tecnologica è certamente uno di questi. Adesso auspichiamo che la Camera possa approvare il disegno di legge in tempi brevi". Il regolamento, dopo i pareri del Cun e del Crui, passerà all'esame della Corte dei Conti e giungerà infine alla Gazzetta Ufficiale (probabilmente entro la fine di giugno).
Approfondimenti: Testo
della proposta Mussi
Redazione (09/05/2007)
Pubblicato in Analisi e Commenti
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