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Secondo una relazione Eurostat, nell'UE la mobilità nella ricerca resta limitata

Europa


Stando a una nuova relazione di Eurostat, l'Istituto Statistico delle Comunità europee, la mobilità degli scienziati in Europa resta limitata nonostante il successo di alcuni Stati membri nell'

Stando a una nuova relazione di Eurostat, l'Istituto Statistico delle Comunità europee, la mobilità degli scienziati in Europa resta limitata nonostante il successo di alcuni Stati membri nell'attirare ricercatori da altri paesi dell'UE e dall'estero.

Nella relazione «How mobile are highly qualified human resources in science and technology?» (Qual è il livello di mobilità delle risorse umane altamente qualificate nella scienza e nella tecnologia?) si legge che circa il 6% delle risorse umane dell'UE in ambito scientifico e tecnologico proviene da un altro paese e si può dividere equamente tra cittadini di altri paesi UE e extra-UE.

Tuttavia, dalla relazione emergono alcune disparità rilevanti nella percentuale di stranieri presenti nei diversi Stati membri. Al primo posto c'è il Lussemburgo, dove il 46% delle risorse umane in ambito scientifico e tecnologico proviene dall'estero.
Secondo la relazione, questa percentuale elevata di operatori stranieri nel campo della scienza e della tecnologia in parte può essere spiegata dal clima particolarmente favorevole agli investimenti esteri in Lussemburgo e dalle dimensioni relativamente ridotte del paese.

Intanto, in molti degli altri Stati membri la quota di stranieri che lavorano nel settore scientifico e tecnologico è molto più bassa. Nel Regno Unito i ricercatori stranieri costituiscono il 7,2% della forza lavoro in campo scientifico e tecnologico, in Germania sono il 6,4% e in Francia il 4,1%, mentre le cifre relative a molti dei nuovi Stati membri, con l'eccezione di Estonia e Cipro, scendono al di sotto del 2%.

Nella relazione si considera anche il numero e la percentuale di studenti stranieri che frequentano università europee. Nel 2004, 1,2 milioni di studenti (il 6,6% del totale) iscritti a corsi di istruzione superiore provenivano dall'estero. Di questi, oltre 250 000 studiavano scienze e ingegneria.

Il Regno Unito emerge come la destinazione più comune, che attira quasi un terzo della popolazione di studenti stranieri dell'UE. Inoltre, nel Regno Unito è presente anche la percentuale più alta di studenti stranieri di ingegneria (26,4%) e la seconda per i corsi scientifici (16,3%).

La Germania, nonostante sia al secondo posto per la percentuale di studenti stranieri, ne ha quasi il 30% in meno rispetto al Regno Unito. Secondo la relazione, il segreto del successo del Regno Unito sono i consistenti investimenti delle università in strutture specifiche per attirare studenti stranieri, nonché l'ampia scelta di corsi offerti.

Fonte: Cordis (25/07/2007)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: Eurostat, mobilita, ricerca
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