Contro i batteri nuova arma alternativa agli antibiotici
Studiando un agente patogeno vegetale, i ricercatori stanno cercando di rendere innocuo il sistema di infezione dei batteri
Se in passato, grazie gli antibiotici, l'uomo era certo di avere sconfitto i batteri e molte malattie da loro causate come polmoniti, ulcere gastriche, tubercolosi, ora per i ricercatori c'è una nuova sfida. Nel tempo, infatti, i batteri hanno iniziato a mutare per adattarsi all'ambiente, diventando più resistenti agli antibiotici e selezionando dei ceppi antibiotico-resistenti. Questo è stato causato anche dall'impiego troppo diffuso degli antibiotici nell'allevamento del bestiame da carne, che ha introdotto queste molecole nella catena alimentare e anche dall'uso e abuso che le persone tendono a fare di questi farmaci. E la corsa dell'industria a mettere a punto antibiotici sempre più potenti ha un risultato temporaneo e poco efficace, in quanto i batteri evolvono continuamente e acquisiscono resistenze anche ai nuovi preparati. Ora, quindi, i batteri tornano a far preoccupare e i ricercatori cercano approcci alternativi. E proprio da questa necessità è nato il progetto di un gruppo di biotecnologi della Facoltà di Agraria dell'Università di Firenze, finanziato dall'Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
I ricercatori stanno conducendo lo studio per riuscire a curare le infezioni batteriche senza gli antibiotici e stanno conducendo questi esperimenti sui batteri patogeni delle piante. L'idea di lavorare sui batteri vegetali nasce dal fatto che, in buona parte, i meccanismi di base con cui le infezioni si determinano sono identici in piante, animali e uomo. Il vantaggio è che si evitano le sperimentazioni sull'uomo. Il batterio su cui si sono concentrati i ricercatori è Pseudomonas savastanoi, l'agente patogeno che causa la Rogna dell'olivo, malattia molto diffusa in tutto il mondo. Il nuovo approccio è totalmente diverso a quello utilizzato dagli antibiotici. Mentre gli antibiotici uccidono i batteri, i ricercatori hanno cercato delle molecole in grado di renderli inoffensivi, agendo sul meccanismo che li rende patogeni. Stefania Tegli, responsabile del team del Laboratorio di Patologia Vegetale Molecolare, spiega: Abbiamo cambiato radicalmente strategia. Cioè abbiamo sostituito agli antibiotici convenzionali delle particolari molecole capaci di insinuarsi nei gangli vitali dei batteri per annullarne la capacità di scatenare le malattie. Stiamo cioè provando a vincere la guerra con un cosiddetto cavallo di Troia. Ogni batterio – continua Tegli - ha uno o più sistemi di secrezione che gli permettono di iniettare nelle cellule le molecole all'origine della malattia. Si tratta quindi di individuare, tra le proteine che compongono questi sistemi di secrezione, un potenziale bersaglio e di creare opportune molecole antagoniste che ne impediscano il funzionamento, senza risvegliare in questi batteri nessuno dei loro naturali istinti vendicativi. A questo scopo, i ricercatori hanno lavorato su Pseudomonas savastanoi ed hanno individuato, finora, 12 potenziali proteine bersaglio di molecole anti-infettive. Ora la ricerca (che coinvolge esperti di PeptLab e Genexpress e si avvale di alcune collaborazioni internazionali) deve continuare per trovare, per ogni proteina, una molecola capace di rendere inoffensivi i batteri. E si tratta di un lavoro complesso e molto lungo ma che potrebbe condurre alla messa a punto di una nuova arma più efficace contro i batteri patogeni.
Redazione (28/05/2008)
Pubblicato in Biotecnologie
Tag:
Pseudomonas savastanoi,
batteri,
antibiotici,
resistenza
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