Nuove prospettive nella ricerca anti-cancro
Nuovi studi focalizzano l'attenzione sul microambiente e sulle variazioni genetiche dei tessuti, nel cammino che porta una cellula sana a diventare tumorale
Oltre a studiare le cellule tumorali, i ricercatori stanno rivolgendo la loro attenzione anche al microambiente in cui si sviluppano le degenerazioni cellulari che conducono allo sviluppo di una neoplasia. Gli esperti pensano che probabilmente è necessario rivolgere le terapie anti-cancro non solo alle cellule neoplastiche vere e proprie ma anche ai tessuti circostanti. Due recenti articoli, che riguardano il tumore del seno e della vescica, puntano l'attenzione su questo. Uno di questi due articoli. Pubblicato su "Cancer Cell", illustra una ricerca condotta da un team di biologi del Dana-Farber Cancer Institute, diretti da Kornelia Polyak, svolta proprio sul micro-ambiente in cui avviene la progressione maligna del tumore. Un team dell'Università del Texas, diretto da Bogdan Czerniak, ha invece identificato un gruppo di geni che partecipa al processo di sviluppo del cancro alla vescica. Questo risultato è stato ottenuto correlando "geograficamente" i tessuti dell'organo (normali, precancerosi, tumorali) alle relative variazioni e regolazioni geniche.
La stessa "tecnica" può essere utilizzata per studiare altri tipi di cancro che derivano dai tessuti epiteliali, cioè per circa l'80% di essi. Czerniak ha spiegato: "Questi geni "precursori" sono la chiave di avvio che innescano la genesi del cancro. La scoperta di questi geni dona una nuova prospettiva alla ricerca: l'identificazione di marcatori biologici per la prevenzione e la diagnosi precoce di cancro". Infatti, come spiega il ricercatore, "l'inattivazione di questi geni si verifica durante le primissime fasi della neoplasia, ancora invisibile e non rilevabile con i mezzi tradizionali". Gli autori della ricerca hanno spiegato che i geni devono essere inattivati prima che venga silenziato il gene oncosoppressore RB1, aprendo le porte ad un cancro invasivo. Inoltre sono riusciti a individuare la sequenza di eventi che porta una cellula normale a trasformarsi via via fino a diventare una cellula tumorale, e questo è stato possibile caratterizzando i geni di tutti i tipi di tessuto dell'organo. Hanno identificato tre "ondate" di avvenimenti che coinvolgono soprattutto delezioni genetica, capaci i trasformare delle cellule sane in cellule precancerose. La prima fase induce un'espansione delle cellule uroteliali che sono portatrici di variazioni genetiche, ma che al microscopio appaiono normali. La seconda, conferisce un vantaggio di crescita a queste cellule che divengono così riconoscibili come precancerose; la terza "ondata", poi, modifica l'aspetto delle cellule dando luogo a una grave dispalsia o a un carcinoma in situ, che in seguito evolvono nella forma invasiva. T. Sudhir Srivastava, del National Cancer Institute, che ha partecipato allo studio, ha detto: "Identificare i geni coinvolti nello sviluppo precanceroso è stato difficile, soprattutto per la mancanza di un approccio sistematico alla loro scoperta e per l'assenza di campioni campioni tumorali di qualità". Quest'ultima ricerca è stata pubblicata su Laboratory Investigation.
Redazione (24/06/2008)
Pubblicato in Genetica, Biologia Molecolare e Microbiologia
Tag:
RB1,
oncosoppressori
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