Produzione di riso sano nelle aree tossiche
Chiarito il meccanismo di trasporto dell'arsenico all'interno delle cellule vegetali, grazie alla proteina NIP. E' ora allo studio una varietà di riso coltivabile sui terreni contami
Mentre in tutto il mondo aumentano le proteste riguardanti il cibo e con il suo costo sempre crescente, i ricercatori ovunque sono impegnati nella scoperta che porterà alla prossima rivoluzione verde. Ricercatori dell'università di Gothenburg in Svezia hanno compiuto un grande passo in avanti verso il raggiungimento di questo obiettivo, grazie alla scoperta di una proteina che ha il potenziale di far crescere riso sicuro per l'alimentazione in aree precedentemente ritenute troppo tossiche.
L'arsenico è un elemento molto tossico e cancerogeno che è presente nelle roccia naturale. Secondo l'UNESCO (l'Organizzazione delle Nazioni unite per l'Educazione, la scienza e la cultura), più di 20 milioni di persone potrebbero trovarsi esposte in modo cronico all'arsenico nelle aree in via di sviluppo come il Bangladesh, parti dell'India e regioni del Nepal.
È grazie a statistiche come queste che dei ricercatori scandinavi, in particolare i ricercatori dell'università svedese di Gothenburg e dell'università danese di Copenaghen, hanno ripreso le loro indagini su cosa si potrebbe fare per aiutare gli abitanti di queste regioni disagiate a produrre alimenti sicuri.
Marcus Tamas, un ricercatore dell'Istituto per la biologia cellulare e molecolare dell'università di Gothenburg, insieme ai suoi colleghi danesi, ha scoperto le proteine responsabili dell'assorbimento dell'arsenico nelle piante.
Finora, gli scienziati non erano riusciti ad identificare quali erano le proteine responsabili dell'assorbimento dell'arsenito (la forma di arsenico che danneggia le proteine cellulari) da parte delle piante. La scoperta, che è stata pubblicata nella rivista scientifica ad accesso libero BMC Biology, apre le possibilità alla riduzione o prevenzione dell'assorbimento dell'arsenico da parte delle piante attraverso l'uso della tecnologia dei geni.
Il team congiunto di ricercatori è il primo a fornire prove sul fatto che un famiglia di trasportatori, chiamati proteine intrinseche noduline26-simili (NIP), possono trasportare l'arsenito attraverso la membrana cellulare. I ricercatori hanno scoperto che la crescita del lievito contenente determinate NIP vegetali veniva soppressa quando l'arsentito, una delle forme predominanti di arsenico presenti nel suolo, veniva aggiunto al composto. Essi hanno dimostrato che l'arsenito veniva cancellato dalle NIP e accumulato all'interno delle cellule del lievito. Ulteriori indagini hanno mostrato che soltanto un sottogruppo delle NIP possedeva capacità di trasporto e queste sono ora state identificate come canali metalloidi delle piante.
L'arsenico è un problema globale: inquina l'acqua, il suolo e i raccolti in moltissimi paesi, colpendo sia i paesi in via di sviluppo che quelli industrializzati. In alcuni paesi in via di sviluppo, alti livelli di arsenico presenti nelle sorgenti destinate all'acqua potabile e all'irrigazione hanno condotto alla presenza di quantità allarmanti di tossina sia nell'acqua che nei raccolti.
La scoperta degli scienziati potrebbe portare alla coltivazione di varietà di riso che non assorbono l'arsenico, neanche se irrigate con acqua contaminata. Attraverso l'applicazione della tecnologia dei geni, essi saranno in grado di disattivare le proteine (o di manipolarle) in modo che la pianta rilasci l'arsenico che assorbe. Limitando l'assorbimento e l'accumulo di arsenico nel riso, gli scienziati dovrebbero riuscire a ridurre (almeno in parte) l'avvelenamento da arsenico nell'uomo, limitandone la parte proveniente dalla catena alimentare.
Sono già in corso altri tentativi per sviluppare varietà di riso che assorbono meno arsenico, ma la scoperta di queste particolari proteine coinvolte potrebbe accelerare questi sviluppi.
Fonte: (01/09/2008)
Pubblicato in Ecologia e Ambiente
Tag:
arsenico,
arsenito,
noduline,
riso
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