La TBC nel mondo è sempre più presente
Lo sviluppo della resistenza ai farmaci ha permesso alla tubercolosi di dilagare e associarsi frequentemente all'HIV
Il 24 marzo è stata la Giornata mondiale della Tubercolosi indetta dall'Oms, e come di rito è l'occasione per fare il punto dell'epidemia globale, soprattutto nei paesi dove la Tbc è un'emergenza. Gli esperti si sono riuniti oggi a Rio de Janeiro, in Brasile, dove è stato rilanciato l'allarme TBC. Sono infatti 9 milioni e 300 mila i nuovi casi ogni anno, dei quali 500 mila sono causati da ceppi resistenti ai farmaci di prima linea. Si contano anche 50 mila vittime della "micidiale" XDR-TB, la super-resistenza a quasi tutti i farmaci (e in alcuni rari casi, a qualsiasi medicinale finora conosciuto). Dal Report Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) 2009 sul controllo della Tbc si apprende che una morte di tubercolosi su 4 riguarda pazienti affetti da Hiv rivelando che la coinfezione tra Tubercolosi e Hiv è più mortale di quanto finora calcolato, almeno il doppio. I dati mostrano che nel 2007 sono stati 1 milione e 370 mila i casi di tubercolosi tra i sieropositivi e 456 mila i decessi. Dalla conferenza di Rio Mario Raviglione, direttore del dipartimento Stop Tb dell'Oms, commenta "Si conferma il declino lentissimo dell'incidenza stimata, iniziato dal 2004.
Siamo a 139 casi ogni centomila abitanti, eravamo a 142 nel 2004. Ma il declino è talmente lento che ci vorranno secoli per eliminare la Tbc. E' urgente trovare nuove cure e fondi, come creare sistemi sanitari più efficienti". Ha poi continuato "Ancora un terzo dei casi stimati non viene diagnosticato nei programmi che applicano la Stop TB Strategy. O non sono raggiunti, o se raggiunti, trattati in altri settori (privato, organizzazioni non governative) senza certezza di risultati adeguati e misurati. E ancora la multiresistenza ai farmaci avanza rappresentando una minaccia globale. La crisi è severa ed è per questo che avremo una riunione ministeriale a Pechino tra il 1 e il 3 aprile con i 27 paesi che hanno l'85 per cento dei casi al mondo". Per quanto riguarda la sola Italia la situazione è attualmente stabile, con 5mila casi all'anno dei quali, come spiega Daniela Cirillo, a capo dell'Emerging Bacterial Pathogens Unit del San Raffaele di Milano e segretario generale di Stop Tb Italia, "La maggior parte dei casi, più del 55%, riguarda gli immigrati. La differenza riguarda l'età: soprattutto anziani gli italiani, giovani adulti gli stranieri. Per gli immigrati certo non aiutano leggi che allontanano i clandestini dalle cure del servizio sanitario e dalla relativa sorveglianza epidemiologica. Abbiamo avuto in scuole o asili dei focolai epidemici, i più recenti a Roma e nelle Marche". La Cirillo avvisa anche che "Bisogna stare attenti a tagliare i fondi. Ora, per esempio, rischiamo di non avere più i test tubercolinici, poiché la ditta che li fabbrica in Italia sembra non più disponibile a produrli. Occorrerà acquistarli all'estero o usarne altri, più costosi e magari ancora non bene testati. E anche per la streptomicina, un antibiotico importante che ha più di 50 anni ma è ancora usato in molti casi, sembra ci siano difficoltà nel reperimento. Sarà sempre più importante centralizzare i controlli e test in poche qualificate strutture. Tra l'altro dalle prossime settimane, sarà utilizzabile un test rapido per identificare i ceppi di Tbc super-resistente, la XDR-. TB. Un avanzamento che ha anche un costo e dovrà essere usato solo in casi particolari: per ogni esame si spende intorno ai cento euro".
Redazione (25/03/2009)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag:
tubercolosi,
TBC
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