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La molecola della memoria

Cellule nervose


Dalla digestione dei grassi si origina l'Oea che fissa i collegamenti neuronali facilitando la creazione della memoria a lungo termine

Per un pranzo memorabile, aggiungere una buona dose di grassi. È da questi elementi infatti che il cervello trae una "colla" che fissa a lungo i ricordi. L'osservazione degli scienziati dell'università della California a Irvine, a prima vista poco congrua nel suo mescolare memorie e calorie, ha in realtà una spiegazione che affonda nella nostra storia di uomini primitivi. Pur essendo onnivori, infatti, i nostri antenati traevano molta più energia (e quindi chance di sopravvivenza) da un pasto ricco di carne piuttosto che da uno spuntino vegetale. E il cervello, nel corso dell'evoluzione, ha appreso quanto fosse vantaggioso memorizzare luoghi e circostanze di un lauto pasto, nella speranza di ripeterlo presto. La situazione oggi è capovolta, con salute e longevità legate a un consumo moderato di calorie. Ma l'evoluzione comporta tempi estremamente lunghi, e il cervello non ha ancora imparato a tararsi sulla recente era dell'opulenza. La scoperta dei ricercatori di Irvine, pubblicata sulla rivista Pnas (Proceedings of the national academy of sciences) promette comunque di essere utile sia a chi soffre di memoria corta sia a chi si lamenta per un addome pingue.
Si deve a Daniele Piomelli, docente di neuroscienze all'università della California ed affiliato all'Istituto italiano tecnologico di Genova la scoperta di un metabolita risultante alla digestione dei grassi, detto "oleoiletanoamide", o per semplicità "Oea", che ha la capacità di svolgere due funzioni essenziali a livello cerebrale.
Inibisce la sensazione di appetito ed induce quella di sazietà e facilita la formazione di ricordi duraturi.
Un ricordo si forma quando i neuroni stringono legami più o meno duraturi tramite le loro ramificazioni, e la solidità delle giunzioni dipende dalle sostanze chimiche che legano gli assoni.
L'elemento Oea si è mostrato in grado di rendere duraturo un ricordo altrimenti labile
I primi test sui roditori hanno dato risultati incoraggianti, infatti rendendo le cellule del loro cervello insensibili alle molecole Oea, i topi fallivano i test di intelligenza e memorizzazione a cui erano sottoposti. Dei farmaci che contengono queste sostanze d'altra parte sono già in sperimentazione per ridurre la sensazione della fame e combattere l'obesità.
Ma Daniele Piomelli spiega che non basta modificare la dieta per migliorare la memoria "Le prospettive del nostro studio riguardano più che altro la possibilità di creare nuovi farmaci per curare i disturbi della memoria" e riguardo gli Oea dice "sono parte di quella colla molecolare che fissa i ricordi nel cervello. Aiutando i mammiferi a ricordare dove e quando si sono nutriti con un pasto ricco di grassi, hanno sicuramente svolto una funzione importante dal punto di vista evolutivo. Se la nostra dieta oggi è fin troppo ricca di sostanze caloriche, gli uomini primitivi soffrivano del problema contrario."

Redazione MolecularLab.it (15/05/2009)
Pubblicato in Biochimica e Biologia Cellulare
Tag: oleoiletanoamide, Oea, memoria, neuroni
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