Scoperti geni in comune tra Alzheimer e infarto cardiaco
In uno studio dell'Università di Bologna ed un'azienda del New Mexico, si è scoperto il profilo genetico in comune alle due patologie: permetterà di creare un test per individu
Sulla rivista Journal of Alzheimer's disease è stata pubblicata una ricerca secondo cui l'Alzheimer e l'infarto cardiaco hanno la medesima base genetica e grazie alla quale si potrà sviluppare un nuovo test che indicherà i rischi di sviluppare o meno le due malattie. Lo studio, condotto dall'Università di Bologna in collaborazione con un'azienda privata del New Mexico (Usa), ha riscontrato che nel 30% dei malati d'infarto e nel 40% dei pazienti affetti da Alzheimer è presente una sovrapposizione dei rischi congeniti. L'immunologo dell'Università di Bologna, Federico Licastro, ha dichiarato: "Prima di questo studio si conoscevano solo i singoli geni associati alla due patologie, non permettendo così di mettere a punto un test individuale sul rischio; adesso, invece, siamo riusciti a identificare un profilo genetico parzialmente comune, che coinvolge diversi geni.
Ed è proprio questa scoperta che ci permette di effettuare il test e di valutare un profilo, in parte specifico, per le due diverse malattie. I soggetti ad alto rischio presentano un profilo genetico formato da geni coinvolti nella sintesi e nel trasporto di colesterolo e nel controllo dell'infiammazione: processi che sembrano essere alla radice di entrambi i disturbi". Queste due malattie sono molto diffuse: l'Alzheimer, una delle forme di demenza senile più diffusa, colpisce gli individui entro gli 85 anni e più precisamente coinvolge una donna su cinque e un uomo su dieci; l'infarto, che continua ad essere una della principali cause di morte del nuovo millennio, interessa circa il 12% della popolazione. Gli studiosi, per poter condurre lo studio, hanno suddiviso la popolazione, in base ai livelli di rischio, in sei gruppi differenti: basso rischio per i gruppi 1, 2 e 3 e alto rischio per i gruppi 4,5 e 6. I ricercatori si sono concentrati soprattutto nei gruppi 4 e 6 perché sono quelli in cui sono stati trovati alti rischi sia per una patologia che per l'altra: per l'infarto, nel gruppo 4 prima dei 40 anni e nel gruppo 6 tra i 40 e i 54 anni; per l'Alzheimer nel gruppo 4, prima dei 65 anni e nel 6 oltre i 65 anni. Per analizzare il DNA dei soggetti presi in esame, i ricercatori hanno utilizzato una nuova tecnica statistica, Grade of Membership Analysis, che ha permesso di studiare le malattie anche su un numero ristretto di casi. Grazie al risultato del test, che secondo gli studiosi si potrà effettuare anche in Italia con un semplice esame del sangue, si potrà iniziare una fase di monitoraggio e definire stili di vita appropriati per la prevenzione di queste due patologie.
Redazione (17/12/2010)
Pubblicato in Genetica, Biologia Molecolare e Microbiologia
Tag:
Alzheimer,
infarto
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