Nuove terapie contro melanomi, tumori al seno e mielofibrosi
Contro il melanoma è stata raddoppiata la sopravvivenza a tre anni grazie all'impiego dell'ipilimumab, mentre l'exemestane riduce la comparsa di tumore al seno nelle donne in postmen
A Chicago si è svolta l'ASCO (American Society of Clinical Oncology) in cui si sono riuniti più di trentamila oncologi provenienti da tutto il mondo per presentare nuovi farmaci contro diverse forme di tumore. Paul Chapman, rappresentante del Memorial Sloan Kettering Cancer of New York, ha presentato i risultati dello studio di un farmaco contro il tumore alla pelle: il vemurafenib, di Roche, in fase II di sperimentazione ha dimostrato di poter ridurre del 74% la diffusione del melanoma con metastasi, in pazienti con una mutazione BRAF V600, riducendo fino al 63% il rischio di mortalità. Dallo stesso istituto arriva un'altra importante scoperta: l'anticorpo monoclonale ipilimumab, farmaco utilizzato molto frequentemente nelle terapie di tipo immunologiche, adoperato insieme alla chemioterapia tradizionale con la dacarbazina, migliora la sopravvivenza dei soggetti che presentano un melanoma metastatico perché il farmaco stimola l'organismo a formare delle difese specifiche contro il tumore, distruggendo così solo le cellule metastatiche.
La ricerca che ha studiato l'anticorpo prodotto da Bristol-Myers Squibb, ha coinvolto cinquecento pazienti malati mai trattati con terapie: a un anno dalla terapia, sono sopravvissuti il 47,3% dei pazienti trattati con la combinazione dei due farmaci rispetto al 36,3% della terapia tradizionale; a due anni, sopravvive il 28,5% contro il 17,9% e a tre anni il 20,8% contro il 12,2% (dati delle ricerca pubblicati sulla rivista New England Journal of Medicine). Dal Canada arrivano buone notizie riguardo il cancro al seno poiché in uno studio a doppio cieco è stato dimostrato che l'exemestane, inibitore dell'aromatasi, somministrato a donne nel periodo successivo alla menopausa riduce la comparsa di questo tipo di tumore del 65%. Lo Scandinavian Sarcoma Group ha condotto uno studio di fase III utilizzando l'imatinib della Novartis nel trattamento dei tumori stromali intestinali, scoprendo così che il farmaco produce importanti vantaggi per i pazienti che sono stati sottoposti ad interventi chirurgici per quanto riguarda la sopravvivenza. Inoltre, durante l'ASCO, sono stati presentati degli studi di fase III condotti su pazienti affetti da mielofibrosi, rara neoplasia del sangue che provoca ingrossamento della milza, prurito notturno e fibrosi del midollo osseo: il farmaco firmato Novartis INC424 riduce di circa 35% le dimensioni della milza nel 28% dei pazienti.
Redazione (16/06/2011)
Pubblicato in Medicina e Salute
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imatinib,
ipilimumab,
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