La lebbra trasforma cellule nervose in muscolari
Il Mycobacterium leprae è in grado di riprogrammare la cellula nervosa matura portandola in una condizione di indifferenziazione prima che queste neo-staminali si trasformino in muscoli
Il meccanismo biologico è inedito e stupisce il mondo della ricerca: il batterio responsabile della lebbra è in grado di far regredire i nervi per trasformarli in cellule staminali. Indifferenziate ma infette, esse sono trasformate in cellule muscolari o in ammassi complessi. Questa notevole scoperta, realizzata da una équipe europea, è dettagliata nell'ultimo numero della rivista "Cell".
Gli scienziati non hanno mai sottostimato il bacillo della lebbra (Mycobacterium leprae) che si comporta nell'organismo come un vero "infiltrato", trovando spazio nelle cellule responsabili dell'isolamento dei nervi, divenendo così pressocchè invisibile al sistema immunitario. Le cellule infettate sono distrutte dai globuli bianchi, dove la lebbra si insedia diffondendosi in tutto l'organismo. La lebbra è una malattia infettiva cronica che colpisce i nervi periferici, la pelle e i muscoli, provocando lesioni gravi. Caratteristiche che però si annullano se comparate all'inedito fenomeno rilevato da una équipe di ricercatori dell'Università di Edimburgo su alcune cellule nervose di topi infettati.
Una riprogrammazione cellulare Influenzando chimicamente la cellula nervosa matura dove hanno trovato ospitalità, i batteri sono giunti a influenzare il suo sviluppo.
Si tratta letteralmente di una riprogrammazione delle funzioni iniziali della cellula, che la porta a perdere tutto ciò che la caratterizza. Al termine della riprogrammazione, l'ex-cellula nervosa possiede tutti i tratti comuni delle cellule staminali, anche quelli di evolversi nei numerosi tessuti connettivi: osso, cartilagine, muscolatura liscia, cellule che trattengono i grassi. Queste cellule possiedono due altre proprietà di cui la lebbra ne approfitta: possono migrare con grande facilità, e, siccome esse derivano dallo stesso organismo, non innescano nessuna reazione immunitaria mentre di propagano o differenziano. I ricercatori hanno rilevato che il bacillo stimola attivamente i fattori immunitari che assicurano la protezione della cellula. Nel corso dei loro lavori, i ricercatori scozzesi hanno osservato due vie di differenziazione privilegiate per queste cellule staminali. In una i bacilli hanno un ruolo molto attivo, perchè forzano la trasformazione delle cellule in tessuti connettivi. La muscolatura scheletrica e quella liscia che si sviluppano sono, ovviamente, infettate dal batterio. Il processo per il quale la lebbra orienta questo sviluppo non è ancora ben compreso. Seguendo un percorso diverso, altre colonie di neo-cellule staminali infettate si trasformano in un mucchio cellulare in grado di produrre globuli bianchi.. perfettamente in grado di veicolare il bacillo e infiltrare i tessuti secondo l'abituale processo di invasione.
Una competenza inedita Questa attitudine di un batterio di far regredire il proprio ospite in una cellula indifferenziata, non era mai stata individuata in precedenza. Per realizzare questo passaggio biologico, il bacillo della lebbra altera l'espressione dei geni assicurando lo sviluppo del suo ospite. Molto progressivamente, i componenti specifici della cellula cessano di essere mantenuti, si degradano e muoiono. La parte del codice genetico che assicura le funzioni di sviluppo è, parallelamente, sollecitata. Notevoli le prospettive di questa scoperta. Sicuramente costituisce un giro di boa nella comprensione della malattia a cui è associata. Ma rivela anche un modo di produzione inedito per le cellule staminali.
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