Le notizie e gli eventi scientifici della settimana - 17 Marzo 2014
Newsletter del 17 Marzo 2014 di MolecularLab.it con notizie ed eventi del mondo scientifico su Biotech, Ricerca, Biochimica, Genetica, Medicina
Diagnosticare l'Alzheimer con 3 anni di anticipo
10/03/2014 - Con un esame del sangue sarà possibile identificare se una persona corre il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer o un deterioramento anche lieve nei processi cognitivi nei 3 anni successivi. Gli scienziati della Georgetown University Medical Center hanno identificato 10 lipidi presenti nel sangue come fattori di predizione per l'insorgenza della malattia, e potrebbero rappresentare una scoperta rivoluzionaria per un trattamento efficace nel rallentare e prevenire l'insorgenza dei sintomi. Lo studio pubblicato su Nature Medicine ha esaminato 525 soggetti over 70 nel corso di 5 anni. In particolare hanno comparato il test del sangue di 53 persone sane ed altrettante che avevano già sviluppato il morbo di Alzheimer. Osservando i livelli anormali di 10 grassi sono stati incrociati con centinaia di altri test per identificare i marker dell'Alzheimer nelle persone sane. Con una precisione del 90%, il test potrebbe essere pronto per studi clinici in appena 2 anni. "Il nostro test offre la possibilità di identificare le persone a rischio di declino cognitivo progressivo e può cambiare la vita ai pazienti, le loro famiglie e ai medici che li hanno in cura" ha affermato il professor Howard J. Federoff, della Georgetown University Medical Center. Il grande problema dell'Alzheimer è la lunga fase di tempo necessaria prima che diventi manifesta: ma dopo più di un decennio la terapia attuale può solo cercare di rallentare la progressione della malattia e contenerne gli effetti. Ora con questa analisi si potrà agire in anticipo quanto per una terapia molto più efficace nel prevenire l'insorgenza dei sintomi e magari anche bloccare del tutto il progresso di questa malattia. L'Alzheimer, con l'allungarsi della vita, è diventata un'emergenza sociale: 44 milioni di persone ne soffrono in tutto il mondo e si stima che saranno 135 milioni nel 2050 (il 71% tra i poveri e la classe media), con un costo globale di 600 miliardi di dollari.
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Guardare film cambia la struttura del cervello
13/03/2014 - Un recente studio condotto dal Professor Massimo Filippi e dai suoi collaboratori dell'Unità di Neuroimaging Quantitativo dell'IRCCS Ospedale San Raffaele e dell'Università Vita-Salute San Raffaele verrà presentato al 66° Meeting dell'American Academy of Neurology (26 Aprile - 3 Maggio 2014), il più prestigioso meeting mondiale di neurologia. Lo studio ha dimostrato che la visione di filmati che riproducono semplici attività motorie della vita quotidiana migliora la destrezza manuale e la performance motoria nei soggetti sani, grazie a modificazioni strutturali dell'encefalo. La plasticità cerebrale, definita come la capacità dell'encefalo di adattarsi mediante modificazioni di funzione e di struttura a un ambiente in continuo cambiamento, è alla base dei fenomeni di apprendimento (cognitivo e motorio) e rappresenta uno dei fattori associati al recupero di funzione in seguito a danno del sistema nervoso. Il cervello perde almeno parte della sua plasticità con l'invecchiamento oppure a causa di patologie di carattere neurologico come ad esempio la sclerosi multipla, la malattia di Alzheimer o l'ictus. In questo studio sono stati reclutati 36 adulti sani destrimani che hanno partecipato a 10 sessioni giornaliere di training motorio della mano destra della durata di 40 minuti ciascuna. I soggetti sono stati divisi in due gruppi: i partecipanti del primo hanno visto filmati che presentavano movimenti specifici compiuti da altri individui in comuni attività quotidiane, ad esempio utilizzare un martello e dei chiodi, maneggiare delle monete, scrivere con una penna o alla tastiera di un computer (movimenti successivamente allenati); i destrimani del secondo gruppo, invece, hanno preso visione di filmati con paesaggi neutri, come ad esempio montagne, colline, alberi. Prima e dopo le 10 sedute di training, tutti i soggetti dello studio sono stati sottoposti a una sequenza di risonanza magnetica morfologica ad alta risoluzione. Tale sequenza, tipicamente utilizzata per quantificare il volume cerebrale globale, può, mediante opportuni metodi di analisi, identificare le modifiche di volume di singole regioni encefaliche. Lo studio ha messo in luce nei soggetti del primo gruppo un miglioramento di performance, soprattutto in termini di forza e di destrezza manuale, fino a 11 volte superiore ai soggetti del secondo. Tali miglioramenti delle performance sono associati a variazioni del volume di regioni della sostanza grigia e della sostanza bianca che fanno parte del circuito motorio (come la corteccia motoria primaria e il cervelletto) e visivo (come la corteccia occipitale). Questo lavoro, frutto di un team multidisciplinare composto da neurologi, neuroradiologi, fisioterapisti e ingegneri, è stato possibile grazie all'utilizzo di un'avanzata tecnologia presente al San Raffaele: l'apparecchiatura di risonanza magnetica ad alto campo (3 Tesla) presso l'Unità di Neuroradiologia e le sofisticate metodiche di analisi di immagini di risonanza magnetica sviluppate ormai da anni presso l'Unità di Neuroimaging Quantitativo. Afferma il Dottor Paolo Preziosa, ricercatore presso l'Unità di Neuroimaging Quantitativo: "Anche da adulto il nostro cervello è in grado di apprendere abilità motorie grazie alla visione di filmati che presentano le attività da svolgere. Con l'aumento esponenziale di video disponibili, come quelli dei telefoni cellulari, dei computer e di altre tecnologie più recenti, l'argomento di questa ricerca potrebbe essere al centro di più studi, volti a comprendere come utilizzare questi processi fisiologici per migliorare le prestazioni dei soggetti sani e per ottimizzare il recupero di funzione dei pazienti con patologie neurologiche." Conclude il Professore Massimo Filippi, responsabile dell'Unità di Neuroimaging Quantitativo: "La ricerca suggerisce che in soggetti sani, anche se adulti, è possibile indurre modifiche strutturali dell'encefalo con la semplice visione di filmati ad hoc e che tali modifiche si associano all'apprendimento e al miglioramento delle performance. Questi risultati potranno contribuire a sviluppare nuove strategie riabilitative in pazienti con deficit neurologici al fine di migliorare i fenomeni di recupero e di plasticità cerebrale a seguito di un danno acuto o cronico del sistema nervoso centrale."
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AIRC: Spegnere un recettore per bloccare le metastasi
11/03/2014 - Scoperto il meccanismo che scatena la formazione delle metastasi nel tumore del colon: si tratta di un 'interruttore' nelle staminali del tumore che attiva la migrazione delle cellule maligne in altre parti del corpo. Lo studio, coordinato da Giorgio Stassi dell'Università di Palermo e Ruggero De Maria dell'Istituto Nazionale Tumori ...
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Il sole può favorire la diffusione delle metastasi da melanoma
13/03/2014 - Dodici anni fa, un team di ricercatori dell'IRCCS Ospedale San Raffaele coordinato da Marco E. Bianchi, professore di Biologia Molecolare all'Università Vita-Salute San Raffaele e vice-direttore della Divisione di Genetica e Biologia Cellulare dell'IRCCS Ospedale San Raffaele, scopriva che la proteina HMGB1 viene rilasciata dalle cellule ...
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Il ruolo della sintesi proteica delle staminali adulte
11/03/2014 - Per la prima volta uno studio sulle cellule staminali adulte apre le porte ad uno mondo ancora poco conosciuto della biologia: la sintesi proteica. A realizzarlo è una ricerca del Southwestern Medical Center di Dallas (Usa) pubblicata su 'Nature'. Il lavoro degli scienziati ha dimostrato come la quantità precisa di proteine prodotte ...
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In Italia troppi obiettori di coscienza su Aborto
10/03/2014 - "A causa dell'elevato e crescente numero di medici obiettori di coscienza, l'Italia viola i diritti delle donne che, alle condizioni prescritte dalla legge 194 del 1978, intendono interrompere la gravidanza". E' quanto si legge in un documento del Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d'Europa in risposta al reclamo ...
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Redazione (17/03/2014)
Pubblicato in Medicina e Salute
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