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Ti amo quando sono sbronzo, ovvero: quante birre ti rendono bella?

Ma quando il giorno se ne va, quando mi ritrovo al bar
con una bottiglia vuota in mano

all’improvviso arrivi tu, un Branca Menta butto giù

io ti amo sempre più
.

Derozer, Branca Day.

Io ho sempre frequentato scuole prevalentemente maschili: un istituto tecnico prima, una facoltà scientifica dopo. Questa circostanza, unitamente al mio carattere naturalmente maschiaccio, mi ha spesso reso partecipe di valutazioni estetiche della fauna femminile locale.

Tra le varie scale di valutazione, quella più ricorrente – elegantemente parafrasata – chiedeva di indicare il numero minimo di birre necessarie a considerare piacente un certo soggetto. Questo apparentemente crudele sistema di valutazione non si basa sull’abbassamento degli standard estetici o sull’aumento della disinibizione, ma sulla stimolazione ad opera dell’alcool del processo neurologico che giudica l’avvenenza di chi ci sta davanti.

Uno studio del 2005 addirittura riporta una formula per calcolare l’entità dell’abbellimento, β, in funzione della quantità di alcool consumato e di altre variabili che caratterizzano l’ambiente circostante:

dove: A è il numero di drinks; d è la distanza in metri tra l’osservatore ed il soggetto in esame; S è la limpidità dell’aria su una scala da 1 a 10; L è la luminosità dell’ambiente misurata in candele per metro quadro (150 è una stanza mediamente illuminata); V è l’acuità visiva (6/6 è una vista normale, 6/12 è il limite al di sotto del quale non bisognerebbe guidare).
La formula restituisce un punteggio β compreso tra 1 e 100 (o più): quando β = 1, l’osservatore percepisce lo stesso grado di avvenenza che percepirebbe da sobrio; quando β = 100, chiunque nella stanza incarna i canoni della bellezza neoclassica.

Note personali: la formula si presta a miglioramenti qualitativi, se al posto del numero di drinks si sostituisce il volume effettivo di alcool ingerito e se la limpidità dell’aria viene espressa come una proprietà misurabile (densità dell’aria o concentrazione di particelle inquinanti).

Insomma, che dire? D’ora in poi chiunque voglia valutare la bellezza di qualcuno in termini di birre, sostituisca a β il valore numerico che descrive una persona mediamente piacente, per i suoi canoni, e ricavi il numero di birre corrispondente. Scommetto che esiste un modo semplice di implementarlo sul vostro smartphone.

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Scritto da Sabrina Pubblicato il 24 febbraio 2012

 

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2 Commenti »

  • berta dice:

    Ben scritto e divertente. Ma quante birre ti ci vogliano perchè risalti appieno il tuo carattere “maschiccio” caro autore?

    • Sabrina dice:

      zero ‘_’

      (potrei anche cavillare rispondendo che la birra non mi piace)