Sorsi di pensiero critico da una tazzina di caffé
Una mia amica, che conosce la mia passione per le curiosità scientifiche (e la mia insistenza nel raccontarle in giro, specie quando non richieste) un giorno mi presenta a un suo amico e mi mette alla prova.
- “Ah guarda, lui è uno che ne sa un sacco, è un mezzo ingegnere. Tu, ad esempio, lo sai come fa il caffé a uscire dalla macchinetta?“
- “La moka o quella con le cialde?” chiedo io.
- “La moka, ovvio“
- “Dunque, l’acqua scaldata risale attraverso la polvere di caffé e…” (1)
- “Ah ah! Sbagliato! Ora te lo spiega lui“
(il mezzo ingegnere) – “Il calore fa espandere l’aria, che spinge l’acqua a risalire“.
(provo a ribattere) – “Veramente io…“
“Troppo tardi, hai sbagliato!” mi interrompe l’amica.
“No, veramente, io…“
“Inutile che insisti, non lo sapevi. Questa volta ti hanno fregato“.
Io, a quel punto, non ho più insistito. Ma quello che avrei detto è:
“Veramente io ho risposto alla domanda, lui no. Mi hai chiesto come fa a uscire il caffé, e il caffé esce perché l’acqua scaldata passa attraverso la polvere. Il tuo mezzo ingegnere, invece, ha risposto a una domanda che nessuno ha posto: ovvero, come fa a risalire l’acqua“.
Qual è il punto, a parte il fatto che io sia pignolo (e questo già lo sapevamo, grazie tante)?
Credo ce ne siano tre, di punti, e ben distinti.
1) Le persone, in generale, non sanno porre le domande in modo corretto. E non confrontano la risposta con la domanda che hanno posto, per capire se c’è un problema in quello che hanno chiesto loro.
2) Le persone, in generale, non si fermano a riflettere sulla risposta che ricevono a una loro domanda, e nemmeno su quanto dicono gli altri.
In questo atteggiamento ci vedo gran parte dei guai causati da quella che chiamo “stampa cattiva“. Se una certa cosa “l’ha detta la TV” o il giornale di turno, per molti “è per forza giusta“; e nessuno mette in dubbio niente. Questo però significa azzerare il pensiero critico, smettere di ragionare con la propria testa, e non capire dove sta andando il mondo. Anzi, significa soprattutto una cosa: essere indifesi e inconsapevoli nelle scelte importanti.
3) Quando qualcuno conosce “a memoria” la risposta a una certa domanda, non si chiede quasi mai se la risposta che riceve ha senso, o se è sovrapponibile a quella che lui considera “l’unica risposta giusta“. Supponiamo che il curioso di turno sappia che i biscotti krumiri abbiano le gocce di cioccolato (yum!). Se qualcuno gli dicesse che hanno i pezzettini di frutta, quello si arrabbierebbe: li mangia sempre, è sicuro che quei biscotti hanno le gocce di cioccolato. Eppure, esistono anche i krumiri con i pezzettini di frutta. Ora, applicate lo stesso meccanismo del “non ascolto la tua risposta” agli OGM, o alla fecondazione assistita, alla sperimentazione animale o all’uso delle cellule staminali ricavate dagli embrioni (che, mi pare di poterlo stabilire a priori, sono argomenti un po’ meno scontati di quelli che gravitano attorno ai biscotti).
Persona con la risposta preconfezionata: “Le staminali embrionali non hanno portato ad alcuna terapia significativa“.
Persona ragionevole: “A dire il vero, ci sono studi che si stanno muovendo proprio in quella direzione, e alcuni le stanno sperimentando per curare la sclerosi multipla“.
Persona con la risposta preconfezionata: “Non è possibile. Le staminali embrionali non hanno portato ad alcuna terapia significativa“.
E poi ci chiediamo come mai in Italia sono tutti contro le colture OGM, si è sostanzialmente perso il referendum sulla fecondazione assistita, e le staminali embrionali sono vietate. Sulla sperimentazione animale stendo un velo pietoso, ne abbiamo parlato diverse volte.
Insomma, la prossima volta che vi offrono un caffé, prima di accettare pensateci tre volte. In tutti i sensi.
(1) ovviamente il principio è identico anche per la macchina a cialde.
Tag:caffè, critica, divulgazione, embrioni, fecondazione assistita, ogm, sperimentazione animale, staminali
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Caro Giovanni,
purtroppo questo è uno dei maggiori problemi per cui non tutti sono in grado di fare Ricerca e per cui fare Ricerca (con la R maiuscola) è così difficile.
E la puntigliosità che dici di possedere è una qualità necessaria (ma non sufficiente, per essere puntigliosi) per poter fare Ricerca. La capacità di analisi e la necessità di scomporre tutti gli eventi di un dato fenomeno, seppur strettamente correlati tra loro (nel tuo esempio, come fa l’acqua a salire e come fa il caffè ad uscire), non fa parte del metodo con cui la maggior parte delle persone
Analizza il mondo che le circonda..
Sono passaggi minimi, ma la cui importanza è massima per far si che il metodo scientifico sia il più corretto possibile!
Un saluto
Giacomo
Caro Giacomo, che dire: hai perfettamente ragione, e il tuo commento mi fa capire di non essere solo nell’universo :)
Non che ne dubitassi, per carità.
Ma ogni tanto ormai, quando mi rivolgono altre domande come questa – me ne vergogno un po’ – mi costringo a star zitto e fingo di non sapere niente. A volte è più facile, tutto qui.
Altre volte (la maggior parte delle volte!) rimango battagliero e rovino la serata a tutti :)
Esisterà una via di mezzo? Sto ancora cercando la soluzione.
I consigli sono bene accetti! :D
Concordo ma ritengo che ci sia una sostanziale differenza sull’esempio della persona che dice la propria sui krumiri con i pezzetti di frutta e quella che si esprime sulle staminali embrionali..La persona che parla dei biscotti parla sulla base di una propria esperienza diretta (per quanto sbagliata o incompleta ) mentre spesso, ditemi se sbaglio,le persone che si esprimono su argomenti come le staminali embrionali o la sperimentazione animale,non sanno nemmeno di che cosa stiano parlando, figuriamoci esperienze dirette….Nervoso…
Bye!
Ciao Marzia,
capisco il tuo punto di vista, ma non lo condivido fino in fondo.
Nell’articolo vorrei sostenere il fatto che sia tutta questione di “predisposizione mentale”: chi non ti ascolta parlando dei biscotti, come può ascoltarti per bene quando parli di questioni più serie?
Forse ci vorrebbe più apertura mentale, e più ragionamento individuale, e meno sicurezza sulle proprie convinzioni difese a spada tratta.
Almeno, io la vedo così :)
La differenza flagrante tra i biscotti e le cellule staminali embrionali è naturalmente la presenza dell’embrione, un essere vivente a tutti gli effetti. Questo mette in moto sentimenti etici che vanno ben al di là di una semplice disquisizione sui risultati conseguibili dalla ricerca staminale, poiché c’è gente, me compreso, convinta che non sempre il fine giustifichi i mezzi.
Un essere vivente è un essere in grado di vivere senza dover dipendere da qualcun altro per le sue funzioni vitali.
L’embrione è in grado di vivere al di fuori dell’utero?
Penso che Marzia intenda dire che, oltre alla difficoltà di comprendere appieno il metodo scientifico, spesso la gente sa poco o niente di quello di cui parla. Così facendo, la maggior parte delle volte secondo me in buona fede, si fissa su alcune posizioni che non ha modo di rivalutare criticamente per mancanza di conoscenza.
Sinceramente io non si nulla di economia e diritto e lo premetto sempre alle mie opinioni in merito, rimanendo disposto a cambiare idea alle argomentazioni che smontano la mia ipotesi.
Lo spirito critico, anche verso le nostre stesse ipotesi, è un altro requisito fondamentale per essere dei buoni ricercatori..
Non innamoratevi mai delle vostre teorie!!
;-)
E’ un bell’articolo, Giovanni, ma credo che sul finale il suo intento sia diventato poco chiaro.
Le tre “regole” che hai esposto sono piccole regole d’oro per aiutare a costruire un metodo di indagine razionale. Quello che manca al “popolo bue” italiano è un’alfabetizzazione scientifica, che non parte solo da H2O, ATCG e F=ma, ma dal metodo applicato nell’analisi e nel giudizio della realtà. Anzi, la forma mentis è molto più importante della conoscenza in sé, perché costruisce il substrato necessario su cui la conoscenza può crescere, estendersi e aggiornarsi.
Detto questo, se come casi emblematici si riportano questioni cariche di una forte connotazione bioetica, ovvero dove scienza e filosofia sono di fatto inscindibili, si sta facendo il passo più lungo della gamba, perché per valutare in modo razionale questi temi il metodo non basta più. Siamo già OLTRE il metodo, il quale deve essere già dato per scontato, assodato, e non è più sufficiente per dare un giudizio.
Quello che voglio dire è che forse in conclusione sarebbe stato meglio scegliere qualche esempio in cui è il metodo a fare la differenza. Ad esempio calcando di più la mano sulle baggianate che si rischia di prendere per vere dando credito alla “scienza” della stampa generalista, e in questo senso il tema degli OGM credo sia perfetto.
Ma se vogliamo parlare di cellule staminali embrionali, capisci che pure fra scienziati provvisti di metodo è difficile raggiungere un giudizio univoco, e non si può far finta che basti questo a permetterci di formulare un giudizio razionale, che in realtà dipende anche da altri fattori.
Claudio, hai certamente ragione quando dici che gli esempi che ho fatto sono un po’ avanzati, nel senso che mischiando scienza, filosofia e sentimento non hanno per forza un consenso univoco nemmeno tra gli stessi esperti.
Però non penso di aver fatto il passo più lungo della gamba. Io vorrei sostenere nel mio articolo – magari non si è capito bene, provo a ribadirlo – che il problema di fondo, comune, è l’apertura mentale, il volersi mettere per un attimo nella testa del proprio interlocutore, nell’ascoltare un’opinione senza bollarla come fesseria a prescindere.
Questa é secondo me una regola base, sia che si parli di biscotti, sia che si parli di embioni.
Il problema basilare, insomma, non é il tema, é l’approccio. Hai ragione, staminali, feti, sperimentazione animale sono argomenti delicatissimi. Ma se davanti ho una persona che è convinta di avere già tutte le risposte, che non vuole sentire la tua opinione, che non si sforza di appurare se ha davvero ragione oppure no… Come si fa a confrontarsi e discutere serenamente?
Che poi, del resto, noi stiamo parlando proprio di queste cose serenamente, ci leggiamo a vicenda e ci confrontiamo. Non è questa stessa la prova che un metodo civile di discutere è possibile, anche su argomenti così sensibili? ;)