Omeopatia: sono io la cavia!
Basta con la sperimentazione animale. Basta con lo scetticismo a prescindere. Oggi sperimento su di me: mi imbottisco di farmaci omeopatici. E vediamo che succede. Sono io la cavia! :)
I SINTOMI – Sono due giorni che la mia gola è a pezzi, in fiamme. Mi brucia il petto, mi cola il naso, ho un senso di oppressione alla testa che mi fa sentire continuamente fuori fase. Io non amo molto i farmaci (quelli veri, della medicina ufficiale, intendo): li prendo solo quando so di essere diventato un caso disperato. Ovviamente sono consapevole e credo (1) nella loro efficacia: solo, preferisco che la natura faccia il suo corso, tutto qui. Dopotutto, un raffreddore non curato passa in una settimana, ma curato a pastigliette dura solo sette giorni.
Comunque, mi presento a lavoro nelle condizioni di cui sopra. Chiunque mi avrebbe rimandato a casa a riposare. Ma una certa collega mi dice: “Ho io il rimedio giusto per te!” e ravana nella sua borsa. Io tentenno, le spiego che non prendo quasi mai farmaci. Lei insiste: “Ma questo è miracoloso, ti guarisce in un attimo!“. Non faccio in tempo a rifiutare una seconda volta che ha già estratto una boccetta arancione, e mi ha versato sul palmo della mano quattro palline minuscole, di un bianco acceso. Io devo avere uno sguardo ancora più dubbioso di prima, perché lei (credo per rassicurarmi), mi spiega: “Tranquillo, è un farmaco omeopatico!“.
Qui è cominciata la mia battaglia interiore. Che faccio? Le dico che le medicine omeopatiche sono tutte fesserie? Accetto e poi le sputo in un vaso? (nei film comici lo fanno sempre).
Ho scelto una terza via: le provo, e vediamo se in qualche modo funzionano. Senza scetticismo o perplessità: prendimi, omeopatia, la mia mente è appena diventata una tabula rasa.
LA TERAPIA – Ho quattro pallini di “belladonna” nel palmo della mano (la dose consigliata era due pallini). La signora mi spiega che devo metterle sotto la lingua, e aspettare che si sciolgano. “Tra un paio d’ore starai meglio, fidati!“. Sto così male, in quel momento, che io lo spero davvero: vai a farti friggere, effetto placebo; vai all’inferno, pregiudizio. Se l’omeopatia funziona, attenuerò il mio atteggiamento critico.
Metto le palline sotto la lingua, come da istruzioni. L’impressione immediata è che sia zucchero allo stato puro: dolci esattamente come il saccarosio che metto nel caffè alla mattina, e lascia lo stesso sapore in bocca. Vi dirò di più: la velocità con cui si scioglie è praticamente identica.
Gonfio di belladonna (2) torno al mio lavoro, e aspetto che la giornata finisca (e che l’omeopatia faccia il suo effetto). Passano 5 ore. Poi ne passano altre due, ed effettivamente qualcosa succede: le mie condizioni peggiorano. Adesso tossisco da fare schifo, e parlo come Tom Waits. (Piccola digressione: Il critico musicale Daniel Durchholz descrisse la voce di Waits “come se fosse stata immersa in un tino di whiskey, poi appesa in un affumicatoio per qualche mese e infine portata fuori e investita con una macchina“).
IL DECORSO DELLA MALATTIA – Il petto continua a bruciarmi, e hanno iniziato a farmi male i muscoli delle costole per il troppo tossire. Il naso mi cola, di continuo, e sono tutto screpolato a forza di soffiarmelo. Non è una bella visione, lo so. Eppure la belladonna avrebbe dovuto fare effetto, no? Ho preso quattro pallini (e la dose consigliata era due pallini soltanto).
Forse sono l’unico su cui questi farmaci omeopatici non funzionano. La resistenza ai farmaci esiste davvero, ed è un problema serio (la resistenza a quelli omeopatici non lo so se esiste: potrebbe essere una scoperta importante). Oppure, per assurdo, il farmaco omeopatico ha funzionato al contrario, e ha peggiorato le mie condizioni.
Non oso pensare all’ipotesi più improbabile, ai limiti dell’impossibile (almeno nel mio caso specifico). Non oso credere, cioè, che il farmaco non abbia avuto alcun effetto. Questo, perché il giorno in cui ho provato il farmaco omeopatico era il mio terzo giorno di malattia: i due giorni con i sintomi peggiori erano (in teoria) appena passati. E io invece sono peggiorato.
LE MIE PERSONALI CONCLUSIONI – Ovviamente non si può fare di tutta l’erba un fascio, e non si può ricavare una certezza da un’unica prova: la scienza ci dice di fare esattamente il contrario (“Cerca tantissime prove, giovane padawan, e punteranno tutte verso la stessa certezza“). Non posso quindi, sulla base di questa sola e unica sperimentazione su me stesso, dire che l’omeopatia sia una cura inutile. Ma lo dico lo stesso.
LA BEFFA – C’è però un retroscena curioso in tutta questa vicenda. Decido di indagare ulteriormente, e alle stesse identiche condizioni, un caso simile al mio: prendo un’amica, temo contagiata dal sottoscritto, e osservo che succede (definiamolo “studio osservazionale”, se vi piacciono i paroloni). La suddetta ragazza aveva i miei stessi identici sintomi, più uno: una lieve febbriciattola a cavallo tra i 37 e i 38 gradi. Magari ce l’avevo anch’io quella febbriciattola, ma l’ebbrezza di sperimentare l’omeopatia potrebbe non avermi fatto notare il dettaglio.
Insomma, la ragazza affronta una tecnica curiosa: assume un farmaco della medicina ufficiale, di cui non farò il nome solo per evitare pubblicità gratuite (ma ai più smaliziati do un indizio: il suo nome commerciale inizia con una parola greca che significa “velocità“). Passa un’ora: passa anche la febbriciattola. Passano due ore: i sintomi sono nettamente migliorati su tutti i fronti. Passa un giorno: la ragazza è salva, restituita alla sua vita di tutti i giorni.
LA PROSSIMA VOLTA – Due indizi non fanno una prova, è vero. Ma la prossima volta, se ho ancora gli stessi sintomi, le capsuline di belladonna finiscono dritte dritte ad addolcire un bel tè caldo.
E voi? Siete mai stati cavie umane per l’omeopatia? Cosa ne avere dedotto? Raccontate le vostre esperienze su OMg!Science!
(1) “credo” è un termine improprio, perché non è certo una questione di fede. Ma ci siamo capiti.
(2) Era meglio essere “gonfi di belle donne”, con lo spazio di mezzo. Ma ognuno ha quel che merita, supongo.
Tag:belladonna, cavia, farmaci, febbre, influenza, omeopatia, padawan, sperimentazione animale
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Heheheheh! Una volta un amico,per farmi ridere (conoscendomi) mi portò a lezione un flaconcino di Oscillococcinum: l’ho messo nel caffè. Funziona!!
Certo che se tu prendi un farmaco omeopatico, ma a dose doppia, come puoi sperare che funzioni?!? ;-)
ha ragione conte. come pretendevi funzionasse con una dose doppia?!? per avere un effetto potenziato e più in fretta avresti dovuto prenderne la metà. è il principio stesso dell’omeopatia, più il principio attivo è diluito più aumenti il suo effetto… ah ah ah!!
Ahahahahahah! :-D
Non ci avevo mai pensato!
uffa, con me aveva funzionato l omeopatia XD
c’era una mia cara amica che aveva dolori folli nel periodo mestruale e con delle pastiglie di artiglio del diavolo stava meglio. neanche il buscofen le faceva piu nulla. non mi sono mai spiegata questa cosa. lei stava male da svenire (e sveniva!!!). poi queste pillole le hanno tolte dal commercio. prima sulla scatola c’era scritto “per il mal di testa”. per un periodo non si sono più trovate e poi quando le ho ritrovate non c’era più nessun riferimento ai sintomi. BOH!
Secondo me siete più ignoranti di quanto dite agli altri!
come fanno i farmaci omeopatici a farti così tanto effetto? io pensavo che non facessero niente, ma proprio niente nientissimo, tipo come mangiare non so una caramella o qualcosa del genere (mi curerò leggendo l’oroscopo e mangiando caramelle)
Ciao! Guardate, io sono laureata in Biologia e sono stata “perseguitata” dai farmaci omeopatici fino alla maggiore età visto che mia madre ne fa largo uso.. mi ricordo perfettamente di aver utilizzato la belladonna per la febbre e l’oscillococcinum per prevenire l’influenza stagionale con risultati certamente non significativi ( e senza manco una tendenza ;) ).
L’unico farmaco che ho usato con un minimo di effetto ( ma per quanto ne so nn è strettamente omeopatico) è il VC-15 forte in fiale… contando però che è un cicchetto di alcol al 18% da 10 ml ogni mattina, non so se gli effetti “rinvigorenti” sono da attribuire ai soluti o al solvente… tipo effetto bombardino in montagna.. la prossima volta che mi sento stanca mi bevo 10 ml/die di alcol 18% x 2 sett e vi dico ;)
Comunque mia madre in 20 anni di farmaci omeopatici non ha mai risolto nulla che nn si sarebbe risolto comunque da solo.. sarà un caso? :P