Tra gli interventi di chirurgia estetica è uno dei più richiesti dalle donne: la mastoplastica additiva. Ma le insaziabili vogliono di più: vogliono un seno “gonfiabile”.

Inizialmente, la ricerca era nata per venire incontro alle esigenze delle donne che, in seguito ad un cancro al seno, ne hanno perduto la simmetria, o hanno subìto l’asportazione di una mammella. Da lì, all’usarlo come trattamento puramente estetico, è stato un lampo.

È diventato il nuovo trend delle giovanissime oltreoceano, che adesso fa gola anche alle insoddisfatte di casa nostra. L’innovazione, targata USA, prevede che nell’intervento di mastoplastica additiva venga impiantata una valvola sottopelle che colleghi le due protesi. A questo punto, per aumentare lo spessore, è semplicemente necessaria l’iniezione di una soluzione fisiologica tramite un catetere, in maniera tale da consentire un aumento di taglia fino al 30%.

L’aumento del volume non è però istantantaneo: non possiamo certo gestirlo a seconda della scollatura della maglietta che vogliamo usare, ma avviene nell’arco di tempo che intercorre tra i sei mesi e un anno dall’operazione iniziale. Una volta raggiunta la dimensione ideale, viene sfilata la valvola e il gioco è fatto (nb: non è una pratica fai-da-te!).

Il tipo di tecnica è ambìto, perchè a livello psicologico rende la paziente più tranquilla nell’affrontare l’operazione, calmata dall’idea di poter sistemare la grandezza della protesi, qualora non fosse soddisfatta totalmente.

Ma ci ricorda Giulio Basoccu, primario dell’Istituto Neurotraumatologico Italiano (Ini) e chirurgo estetico, che “questi tipi di protesi sono sicuri, ma vanno utilizzati per un’indicazione precisa e non per capriccio”; questo soprattutto perché, per soddisfare una necessità puramente estetica, si può andare incontro ad immotivati problemi di salute. L’invito è quindi quello di usare prudenza e di non assecondare una semplice smania di un seno che possa essere sempre più grande.

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