Il cervello sottovuoto: si mangia oppure scrive sui giornali?
Provate a trattenere il fiato: per quanto potete resistere? Venti, trenta secondi? Siete bravissimi, io non riesco ad andare oltre ai quindici, più o meno. Ora, immaginate che qualcuno vi chiuda in una stanza ermetica, e vi tolga l’ossigeno: quanto ci mettete a vedere tutto nero, e svenire? Trenta secondi, un minuto?
E ancora: senza ossigeno, quanto ci mette il vostro cervello a danneggiarsi?
Secondo il Corriere della Sera, 45 minuti. QUARANTACINQUE MINUTI: tre quarti d’ora per rovinare un tessuto delicatissimo, che dopo 30 secondi senza aria vi fa svenire (è un suo affascinante modo di difendersi dalla carenza d’ossigeno, peraltro).
La storia è questa: il Corriere pubblica online l’articolo “Resuscitato con 45 minuti di massaggio cardiaco“, dove racconta la storia di un ragazzo di 26 anni in arresto cardiaco salvato da una lunga rianimazione cardio-polmonare. Lo stesso articolo, identico, è pubblicato anche sul quotidiano cartaceo (8 ottobre 2012), ma con una variante: ha accanto un box che risponde ai dubbi del lettore. “E’ la prima volta che succede? (no) E’ possibile far riprendere il battito cardiaco? (sì) Dopo quanto tempo il cervello si danneggia?“.
Soffermiamoci su quest’ultimo, amletico dubbio.
Ecco: il cervello si danneggia dopo 45 minuti. Quasi lo stesso tempo per fare un arrosto con le patate al forno (con il manzo, eh, non con il cervello del poveretto).
Ovviamente non è che i giornalisti siano tenuti a sapere dettagli così: però bastava guardare su Internet, ad esempio sulla pagina della Wikipedia dedicata alla rianimazione cardio-polmonare (che dice: “Altrettanto importante è la tempestività dell’intervento: dall’inizio dell’arresto cardio-circolatorio, mediamente le probabilità di sopravvivenza diminuiscono del 7-10% ogni minuto; già dopo 9-10 minuti [...] è molto difficile se non impossibile sperare il recupero del danno anossico cerebrale definitivo (ma i primi gravi danni al cervello si riscontrano dopo già 4 minuti di mancanza di ossigeno)“).
Adesso, questo vale per i giornalisti che non sanno nulla di medicina. Non dovrebbe valere per chi ha scritto (o riletto) questo box: uno è un dottore di un ospedale milanese; l’altra è una giornalista del Corriere che scrive sempre di medicina, è un medico ed è consigliere dell’Unione giornalisti italiani scientifici. Ora, se persino i giornalisti scientifici non ce la fanno a fare questo mestiere, siamo proprio in pessime mani.
Tag:apnea, cervello, Corriere della Sera, danni cerebrali, giornalisti scientifici, rianimazione cardio-polmonare, sottovuoto, UGIS
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Forse il giornalista aveva letto questo paper!
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9539810
ahahah :)
Anche se poi, lo studio del tuo link dice che i neuroni tornano a funzionare, ma non COME tornano a funzionare.
E’ l’alba del ratto-zombie? :D
“Ecco: il cervello di danneggia dopo 45 minuti.”
No, guarda che è anche peggio: l’articolo dice che il cervello COMINCIA a SOFFRIRE dopo 45 minuti… -_-
dovrei far leggere l’articolo a mio padre in stato vegetativo da un anno per danno anossico in seguito ad arresto cardiaco. Il suo cervello è rimasto senza ossigeno per “appena” quindici minuti. maaa