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Omeopatia: funziona? Do-it-yourself! O fatelo con noi dal vivo!

L’omeopatia è uno dei miei argomenti preferiti, anche se non l’affronto da tempo: tutte le cose belle sono ancora più belle se non se ne abusa. Sparare contro l’omeopatia è un po’ come sparare contro un’ambulanza uscita di strada, ma dato che molte persone ne sono ferventi sostenitrici, ogni tanto è giusto calarci sopra qualche tonnellata di mattoni.

Ora che siamo entrati nel giusto mood, osiamo l’inosabile: TESTIAMO insieme la completa inefficacia dell’omeopatia!

Troppo bella! Trovata su google immagini, non c'entro nulla con questo sito ma era troppo azzeccata per questo articolo.

Prima di procedere, vi consiglio caldamente di leggere almeno questo mio post. Se siete detrattori dell’omeopatia, vorrete abbracciarmi; se ne siete sostenitori, vorrete ammazzarmi. In ogni caso, mi farete molto felice: non voglio che leggiate per noia o indifferenza! Prima di calarvi il prossimo oscillococcinum (un artefatto mal interpretato da uno che non era una volpe) è necessario capire perchè – anche se l’acqua avesse memoria di qualcosa – l’omeopatia comunque non funzionerebbe.

PERCHE’ I FARMACI FUNZIONANO? Molte sostanze hanno una funzione slegata dalla forma della molecola del principio attivo. Ad esempio, una crema idratante è idratante in quanto ricopre la pelle di un sottile strato idrorepellente che impedisce all’acqua di passare dall’epidermide all’ambiente, seccando di fatto la pelle (un fenomeno chiamato “perspiratio insensibilis“), e non perché (oppure solo in minima parte perché) idrati direttamente la pelle. Moltissimissime altre sostanze funzionano perchè il principio attivo è una molecola che ha una forma tale da incastrarsi dentro qualcosa. Questa è in soldoni la base di tutta la farmacologia. Il fatto che una molecola si incastri dentro qualcosa (sia per la forma sia per la distribuzione della carica delle molecole) fa in modo che questo qualcosa funzioni di più, di meno, oppure funzioni in modo differente.

L’aspirina funziona perchè l’acido acetilsalicilico si incastra dentro un enzima (la ciclossigenasi) bloccandolo; questo blocco fa diminuire l’infiammazione. Certi sciroppi per la tosse funzionano perché vanno ad incastrarsi dentro ad un recettore (una proteina che aspetta che una molecola ci si incastri dentro per inviare il proprio segnale) modulandolo e diminuendo lo stimolo a tossire. Avete visto il secondo link e pensate sia roba complicata? Oh, mi spiace deludervi (1): pensavate che per guarire bastasse bere, chessò, un bicchiere d’acqua?

Molto bene: i recettori controllano il comportamento dei vasi sanguigni, l’infiammazione, lo stimolo a tossire, a starnutire, il funzionamento del sistema immunitario e mille altre cose, ma gli stessi meccanismi recettoriali sono alla base di cose di accesso molto più facile: ad esempio, il senso del gusto (2).

 

C'è un perché se le sostanze hanno un effetto misurabile sul nostro organismo, che non ha nulla di mistico o magico e che difficilmente può essere mimato dalla semplice assunzione di acqua sporca di finto gusto di medicinale. Fonte: brown.edu

 

I recettori del gusto appartengono alla famiglia di recettori accoppiati a G-proteine. Come vi dicevo, i recettori sono proteine che stanno in membrana e si attivano quando qualcosa con la forma giusta si incastra dentro di loro. Quando questo succede, i recettori fanno il loro mestiere: lanciano un segnale. Il segnale che questi recettori lanciano è un segnale chimico diffuso da altre proteine – stimolate dal recettore stesso – che si chiamano “proteine G”. Questo tipo di recettori intervengono in ambiti molto diversi tra loro. Riduco a tre i moltissimi esempi che potrei farvi: la regolazione della risposta infiammatoria, la vista ed il gusto (come dicevamo). Ecco perché l’esempio che vi faccio è calzante: il meccanismo molecolare alla base di questi fenomeni è identico (la stimolazione di un recettore). Se il principio della diluizione sfruttato in omeopatia funziona nella modulazione della risposta infiammatoria (o in qualsiasi altro caso), allora deve funzionare anche col gusto.

E allora, perché non prepararci una bella bibita zuccherina omeopatica e testare la sua efficacia? Per sapere come, facciamo prima un ripasso delle diluizioni in omeopatia, e di come si producono i farmaci omeopatici (3).

Cimentatevi anche voi in queste avventurose diluizioni! Con qualche euro andate in farmacia e comprate dell’acqua per preparazioni iniettabili in bottiglia (per essere sicuri che altri contaminanti non possano essere responsabili di proprietà incredibili) e diluite la vostra bevanda preferita a piacere; poi, verificate voi stessi come a diluizioni stellari l’acqua sappia sempre e solo di acqua (non fate i birichini e non utilizzate anche l’etanolo come suggerito: quello serve solo ad ingannarvi e a dare alla preparazione omeopatica “un sapore di medicinale”: in alcune farmacie usano anche il Brancam***a – oops, non voglio fare pubblicità).

Se non avete voglia di fare l’esperimento da voi, potete sempre venire a trovare lo stand di OMg!Science! a Scienza & Natura Expo: il 6 e 7 aprile, alla Fiera di Novegro (Milano) saremo lì a dispensare bibite omeopatiche a tutti!
(ma anche a incontrare i nostri lettori e tutti gli appassionati, così come a spiegarvi in un’apposita conferenza come funzionano la divulgazione scientifica e gli errori sulla stampa. Insomma, non potete mancare).

Sperare che l’omeopatia funzioni non è diverso da sostenere che immergere una chiave in un secchio faccia “memorizzare” all’acqua le proprietà della chiave, e diluizioni successive dell’acqua del secchio buttate sulla serratura siano in grado di aprire la porta chiusa a chiave. Il concetto è uguale, è solo la scala della chiave che è semplicemente più grande della grandezza delle molecole che hanno un effetto.


Piermatteo

(1) In realtà non mi dispiace, ma immagino ci foste già arrivati.

(2) Dal punto di vista quantomeccanico, le molecole d’acqua non possono vibrare e/o ruotare come pare e piace a loro: come tutti i sistemi quantistici che si rispettino, anche i loro movimenti rotovibrazionali saranno quantizzati, come qualsiasi libro di chimica/fisica di milleduecento pagine potrà illustrarvi. Nel nostro esempio della bibita, affidiamo alla buona sorte il fatto che sia possibile dal punto di vista quantomeccanico riprodurre mediante diluzione il sapore dolce, basandoci sul fatto che lo stesso meccanismo sembra funzionare alla perfezione per una serie sconfinata di patologie debellabili con i rimedi omeopatici. ;)

(3) “Farmaco omeopatico” è un ossimoro, esattamente come “umanitario infanticida” o “santo demonio”. Se c’è una cosa che una preparazione omeopatica non può essere, quella è un farmaco.

 

Alcune note che non ho inserito nell’articolo per non distrarvi.

Su Genecards potete dare un occhio ai geni per i recettori del gusto. Cliccando sui geni c’è anche una breve descrizione (in inglese, ma che potete facilmente tradurre con google traduttore) di quello che fanno le proteine codificate da questi geni, a cui ho attinto per illustrare il loro funzionamento molecolare.

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Scritto da Piermatteo Barambani Pubblicato il 3 aprile 2013

 

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5 Commenti »

  • Aileann dice:

    Adoro i tuoi articoli sull’omeopatia quasi quanto odio l’omeopatia stessa! Ed è tantissimo sentimento!
    Confesso che ho pensato ai tuoi articoli con gioia quando, coincidenza, proprio pochi giorni fa ho avuto a colloquio la madre di un mio paziente molto grave.
    Tale pargolo prendeva farmaci perché moooolto aggressivo e problematico. Tutto andava per il meglio finché la madre non ha deciso di passare all’omeopatia.
    Il giovane, non mi spiego come mai, dalla prima compressa di omeoschifo, è tornato a distruggere casa.. MAH!

  • antonella paolucci dice:

    Complimenti, articolo magistrale, qui da noi un omeopata va divulgando tramite la moglie che lo dice a tutte le mamme nella scuola, che gli antibiotici, e i vaccini sono dannosi e non bisogna darli ai propri figli molti gli vanno dietro e a niente servono le mie spiegazioni (sono una ricercatrice) sulla truffa gigantesca che c’e’ dietro (guarda quanto costano i farmaci omeopatici e le visite dall’omeopata) e sulla pericolosita’ di tali affermazioni. Intanto la moglie riempie il suo armadio di una quantita’ assurda vestiti firmati e lui si fa i macchinoni alla barba dei creduloni a cui sottrae soldi, ma nessuno mi ascolta anzi mi accusano di invidia del loro tenore di vita quindi ho smesso di psrlare anche se mi preoccupo per quei poveri bambini a cui vengono propinate pozioni magiche che certo non curano le infezioni.

    • Piermatteo Barambani dice:

      Grazie Antonella! Ha la mia benedizione per stampare quante copie vuole dell’articolo e distribuirlo a mamme e bambini, chissà che non continuino a curarsi con i rimedi omeopatici che sgorgano copiosi dal rubinetto delle loro abitazioni e smettano di foraggiare vestiti e macchinone! :)

  • Alberto LP dice:

    E’ un’ottima spiegazione che convincerebbe chiunque di noi scienziati razionalisti che l’omeopatia non funziona.
    Purtroppo ne siamo già convinti!
    Il problema è come rispondere ad argomenti tipo
    “ma il nostro corpo ha dei meccanismi che la scienza non conosce ancora”…
    “ma io l’ho usata e ha funzionato” (anche i placebo funzionano!…)
    “ma se lo vendono in farmacia vuol dire che funziona…” (e qui chiamo in causa i “COLLEGHI FARMACISTI”)

    Premesse vere o semivere di una conclusione falsa, ma chi crede nell’omeopatia di solito non è in grado di utilizzare il sillogismo aristotelico correttamente, e allora a che ci appigliamo per fargli cambiare idea?

  • L’Astronomia protagonista di Scienza&Natura Expo 2013 « Coelum Astronomia dice:

    [...] scientifico attraverso giochi, esperimenti interattivi e anche piccole provocazioni come il “bar Omeopatico” di OMG [...]