La scienza si mobilita contro la legge sulla fecondazione assistita. Il documento del Comitato "Ricerca e Salute" invita a votare quattro sì ai quesiti referendari del 12 e 13 giugno. L´invito è stato sottoscritto da un centinaio di scienziati, biologi e genetisti, tra i quali, Umberto Veronesi, Edoardo Boncinelli, Alberto Piazza, Giulio Cossu, Carlo Alberto Redi e Antonio Forabosco. Sarà presentato nelle prossime ore, dopo la conferma definitiva di tutte le adesioni, tra le quali si attendono quelle dei Nobel Rita Levi Montalcini e Renato Dulbecco.
Cinque le motivazioni che hanno indotto i firmatari dell´appello a scendere in campo. In primo luogo, si legge nel documento, perché la legge, limitando a tre il numero di ovociti che si possono fecondare e vietando il congelamento degli embrioni, aumenta i rischi per la salute della donna e diminuisce le probabilità di successo. Punto secondo: vietando la donazione dei gameti impedisce a molte coppie sterili di avere figli anche quando uno dei due partner potrebbe essere genitore biologico. Terzo: la legge proibisce la diagnosi pre-impianto nei casi di coppie a rischio per malattie genetiche, anche quando le probabilità di far nascere un bimbo affetto da una grave malattia sono altissime. Paradossalmente le stesse coppie potranno ricorrere poi all´aborto terapeutico. Quarto punto: attribuendo al concepito, già allo stadio di poche cellule indifferenziate, gli stessi diritti delle persone già nate, la legge preclude qualsiasi ricerca scientifica anche sugli embrioni che andranno persi. Ultimo punto: l´equivalenza delle cellule staminali adulte rispetto a quelle embrionali non è scientificamente provata. Ma così la legge vieta la possibilità di utilizzare le ricerche attraverso le cellule embrionali per combattere gravi malattie, da quelle degenerative a quelle tumorali.
«La legge sulla fecondazione assistita vanifica la grande speranza di ridurre drasticamente il tragico peso umano e sociale di 30 mila bambini che ogni anno nascono in Italia con gravi malformazioni - ha dichiarato pochi giorni fa il professor Umberto Veronesi, intervenendo a Roma ad un convegno sulla legge - vietando qualsiasi analisi di una cellula uovo fecondata nega uno dei maggiori progressi della medicina degli ultimi anni».
«Da credente voterò quattro sì - afferma il professor Carlo Bulletti, direttore dell´Istituto di Fisiopatologia della Riproduzione dell´ospedale di Rimini - perché non condivido che lo Stato imponga a tutti un principio religioso e cattolico». Commenta Antonio Forabosco, ordinario di Genetica a Modena, «È inammissibile bloccare la ricerca che ci permette di capire le tante malattie genetiche e degenerative e individuare una cura in base ad un credo religioso secondo cui l´embrione sarebbe persona».